Questo Blog, già figurinostorico.blogspot.com, che sosteneva che "la storia si può raccontare in tanti modi. Noi abbiamo inventato un nuovo modo di raccontarla:con il figurino storico. Firmato: la Tavola Rotonda Osimo." Si aprirà da parte della Galleria del Figurino Storico un sito. Questo blog continua a svolgere la sua funzione: di descrivere il Costume Militare attraverso i secoli,ovvero l'Uniformologia, scienza ausiliaria della Storia (contatti:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola
Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina
La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)
martedì 17 ottobre 2017
domenica 8 ottobre 2017
L'Esercito Italiano nel 1916 I
Un
analisi comparata, arma dopo arma, servizio dopo servizio, tra quanto era approntato
nel 1915 e quanto si realizzò nel 1916 permette di avere una idea più precisa
del completamento dell’Esercito Italiano.
Fanteria di Linea e Granatieri
Nel
maggio 1915 i reggimenti di linea e granatieri erano i seguenti: 2 di
granatieri (1° e 2°), 94 reggimenti di linea dell’Esercito Permanente (dal 1°
al 94°)[1]
50 reggimenti di fanteria di Milizia Mobile (dal 111° al 162°). Fra il dicembre
1915 e l’aprile 1916 furono costituite le Brigate “Sesia” (201° -202°),
“Tanaro” (203° -204°),“Lambro” (2015 -206°), “Taro” (207° -208°), “Bisagno”
(209° -210°), “Pescara” (211° -212°), “Arno” (213° -214°), “Tevere” (215°
-216°), “Volturno” (217° -218°), “Sele” (219° -220°), “Jonio” (221° -222°) ed
“Etna” (223° -224°). In relazione al fatto che erano state inviate in Albania 4
Brigate, tra cui la Brigata “Marche” fu concessa l’autorizzazione a creare in
Italia altre 4 Brigate, che furono la “Arezzo” (225° -226°), la “Rovigo” (227°
-228°), la “Campobasso” (229° -230°), e l’“Avellino” (231° -232°).
Dal
maggio 1915 al luglio 1916 la fanteria di linea si accrebbe di 19 brigate su
due reggimenti; quindi al 1 agosto 1916 erano complessivamente 92 Brigate (una
di granatieri) con un totale di 184 reggimenti, su tre battaglioni di 4
compagnie ciascuno. Dei 184 reggimenti, 57 avevano 3 sezioni mitragliatrici,
109 ne avevano 4, 16 ne avevano 5 e 2 ne avevano 6. Inoltre 61 reggimenti erano
dotati di una aliquota variabile di pistole-mitragliatrici, per un complesso di
202 sezioni. Fino al dicembre 1916 il numero delle brigate di fanteria rimase
invariato.
Fanteria. Bersaglieri
Nel
maggio 1915 i Bersaglieri avevano 12 reggimenti, numerati dal 1° al 12°, più il
10° Reggimento bis che dislocato in Albania, che nel 1916 prese il numerativo
di 16°. Furono costituti, abolendo anche la doppia numerazione, altri 3
Reggimenti. Quindi dall’inizio della guerra a tutti il 1916 i Bersaglieri
ebbero un aumento di 2 reggimenti, 8 battaglioni e 72 compagnie delle quali 48
per la quarta assegnta a ciascun battaglione in patria e 24 per i battaglioni
di nuova formazione.
Fanteria. Alpini
Nel
maggio 1915 gli Alpini avevano 8 reggimenti, corrispondenti a 52 battaglioni
con un totale di 179 compagnie. Nel corso dell’anno 1915 e nella primavera del
1916 furono costituiti 26 battaglioni, dimodochè nel 1916 si ebbero, oltre a
questi di nuove costituzione, un battaglione autonomo, lo scioglimento del
battaglione “Pieve di Teco”, si ebbero in totale 78 battaglioni per complessive
213 compagnie, situazione che rimase invariata per tutto il 2016
Reparti Mitragliatrici
Al
momento dell’entrata in guerra erano previste 623 sezioni mitragliatrici, ma ne
erano state costituite 309, con una deficienza quindi d 314. Su questa base fu
deciso di utilizzare tutte le mitragliatrici disponibili; acquistarne
all’estero; richiederne agli Alleati; intensificare al massimo la produzione
nazionale. Al termine del 1916, risultarono costituite 1590 sezioni mitragliatrici
Sezioni Pistole Mitragliatrici
Costruita
dalla Metallurgica brescia, la pistola mitragliatrice fu adotta dall’Esercito
nell’agosto 1915. Furono previste per il 1916 1740 sezioni, di cui 1240
dovevano essere pronte per luglio e 500 per dicembre. Nel dicembre 1916 ne
erano pronte 946 sezioni-
Autoblindo. Mitragliatrici
L’Ansaldo
di Genova aveva costruito una autoblindo-mitragliatrice; dopo le prove positive
il Comando Supremo ne ordinò vari esemplari che assegnò alle Armate costituendo
6 squadriglie di 6 unità ciascuna.
Cavalleria[2]
Nel
maggio 1915 la Cavalleria contava su 30 Reggimenti, su due comandi di gruppo e
5 squadroni. Inoltre vi erano 10 gruppi e 23 squadroni costituiti nel dicembre
1914. In complesso l’Arma di Cavalleria comprendeva 4 Divisioni, 8 Brigate, 30
Reggimenti, 69 Gruppi e 177 Squadroni. I miglioramenti e le nuove assunzioni
fecero si che la Cavalleria alla fine del 1916 comprendeva 4 Comandi di Divisione,
8 Comandi di Brigata, 16 Reggimenti divisionali, 11 reggimenti ed 8 squadroni
ripartiti tra i vari Corpi d’Armata, 3 reggimenti dislocati oltremare e 4 squadroni
autonomi dislocati in colonia.
Massimo Coltrianari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org).
lunedì 2 ottobre 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 II
(CONTINUAZIONE)
Artiglieria[1]
Era
l’Arma tecnica per antonomasia e espressione della tecnologia nazionale, in cui
era privilegiato l’aspetto dei materiali rispetto alla Fanteria ove l’elemento
uomo era predominante. Nelle sue varie specialità, soprattutto quelle più
potenti, furono concentrati gli sforzi maggiori, in quanto all’Artiglieria era
demandato il compito di distruggere le opere difensive nemiche, soprattutto i
reticolati, premessa fondamentale per l’azione vittoriosa della Fanteria.
Artiglieria da campagna
I
reggimenti di artiglieria da campagna nel maggio 1915 erano 49, di cui 36 con 8 batterie su 3 gruppi, 10 con 6 batterie
su 2 gruppi e 3 con 5 batterie su 2 gruppi. Vi era inoltre il Reggimento
artiglieria a cavallo con 4 gruppi di 2 batterie. In totale 371 batterie di cui 238 armate con materiale da 75/906,
125 con materiale da 93/911 e le 8 batterie del reggimento a cavallo con quello
a 75/912. La situazione alla fine del 1916 era la seguente: già esistenti 371,
di nuova costituzione 19. Dal totale, 390, occorre detrarre 8 batterie andate
perdute, 6 dislocate in Libia e 36 assegnate alla difesa aerea. L’Esercito,
pertanto, disponeva in linea di 349 batterie
con un complesso di 1360 bocche da fuoco. Da notare un dato inquietante:
essendo le divisioni in linea 48 che deriva che ogni divisione in media non
aveva che 28 pezzi, mentre nel maggio del 1915 con le 1484 bocche da fuoco
disponibili ognuna delle 38 divisioni in linea ne aveva in media 41[2].
Artiglieria da montagna
La
consistenza di questa specialità all’inizio della guerra era di 14 gruppi, con
50 batterie, assegnate ai tre reggimenti di artiglieria da montagna, più un
reggimento di artiglieria da campagna (36°). Al termine del 1916 le innovazioni
furono tali che la consistenza era di 25 comandi di gruppo, di cui 11 di nuova
costituzione e 82 batterie, di cui 25 di nuova costituzione.
Artiglieria someggiata
Nel
1915 comprendeva 18 batterie, con 2 in formazione per un totale di 20, con due
comandi di gruppo. Alla fine del 1916 l’artigleria sommeggiata comprendeva 24
comandi di gruppo e 76 batterie, delle quali 66 su tre sezioni e 10 su due.
Artiglieria Pesante Campale
Il
24 maggio 1915 consisteva in 112 pezzi, che equipaggiavano due reggimenti (1° e
2°) con 6 gruppi e 14 batterie ciascuno in totale 12 gruppi e 28 batterie. La
pianificazione per il 1016 prevedeva 10 comandi di gruppo e 28 batterie di
obici pesanti campali da 149°, 2 comandi di gruppo e 6 batterie di cannoni da
105, 6 comandi di gruppo e 16 batterie di cannoni da 102. Varie sono le
vicissitudini dello sviluppo di questo programma; ala fine del 1916
l’Artiglieria Pesante Campale comprendeva 16 comandi di gruppo e 30 batterie
con obici da 149A, 14 comandi di gruppo e 42 batterie, c6 comandi di gruppo e
10 batterie su cannoni da 105.
Artiglieria da fortezza
All’entrata
in guerra vi erano 10 reggimenti con 78 comandi di gruppo e 277 compagnie.
Nell’estate del 1915 vennero approntati
17 comandi di gruppo e 42 compagnie per inquadrare 50 batterie d’assedio in
corso di formazione. Alla fine del 1916 erano operativi 147 comandi di gruppo e
526 compagnie con un aumento di 69 gruppi e 249 compagnie
Artiglieria d’assedio
All’inizio
della guerra vi erano complessivamente 46 batterie, di cui 12 batterie cannoni
da 149A (48 pezzi) 7 batterie cannoni da 149G (28 pezzi) 2 batterie obici da
210 (8 pezzi) 7 batterie obici da 280 (14 pezzi) 6 batterie obici da 305 (12
pezzi) 12 batterie mortai da 210 (48 pezzi). Lo sforzo nel 1916 fu notevole in
quanto alla fine di quell’anno l’artiglieria d’assedio poteva contare su 556
batterie, delle quali 59 di grosso calibro, 403 di medio calibro e 94 di
piccolo.
Artiglieria contraerea
Praticamente
inesistente all’inizio della ostilità in quanto su tre sezioni per 4 pezzi da
75/911 C, sul finire del 1916 l’Esercito poteva disporre di 22 batterie
organiche, di 315 pezzi isolati, di 292 mitragliatrici contraeree, di 4 treni
blindati i funzione antiaerea.
Bombarde
L’Esercito
italiano alla dichiarazione di guerra non aveva disponibile la bombarda. Questa
arma si era resa necessaria in quanto la più adatta a distruggere l’ostacolo
passivo, in specie il reticolato, che subito si era dimostrato, come già detto,
uno dei fattori negativi più incidenti all’avanzata della fanteria. Sul finire
del 2016, ed entrato in vigore nel febbraio 1917, l’ordinamento per le bombarde
prevedeva 176 sezioni autonome da 58 B su tre armi , riuniti in 6
raggruppamenti; 60 batterie da 58 A su 12 armi, 50 batterie da 240 C su 8 armi,
50 batterie da 240 L su 8 armi, riunite in 40 gruppi e 10 raggruppamenti.
L’esperienza aveva dimostrato che l’impiego dei gruppi con batterie di calibri
diversi dava il massimo rendimento.
Sezioni aerostatiche d’artiglieria
Il
Gruppo specialisti d’artiglieria aveva mobilita 4 sezioni autocampali; visto il
buon rendimento delle sezioni il Ministero della Guerra ordinò la formazione di
altre 4 sezioni autocampali. Sul finire del 1016 vi erano 8 sezioni campali
nemerate da 1 ad 8.
Sezioni fonotelemetriche
Al
momento dell’entrata in guerra non esistevano Sezioni fonotelemetriche; al
termine del 1916 erano state costituite 4 sezioni, di cui la 3a assegnata alla
2a Armata la 4a alla Zona Carnia mentre le prime due rimanevano assegnate alla
3a Armata.
Massimo Coltrinari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
venerdì 29 settembre 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 III
(CONTINUAZIONE)
Porti rifugio
La
creazione dei porti rifugio, creati nel febbraio 1916, inseriti nella difesa
costiera[1]
prevedeva la dotazione di artiglierie, il cui personale era fornito
dall’Esercito. Nel dicembre 1916 il personale dell’Esercito per questo servizio
ammontava a 250 ufficiali, 4900 uomini di truppa e 300 bocche da fuoco, per lo
più di modello non recente.
Munizionamento per l’artiglieria
La
produzione media nazionale era, al momento dell’entrata in guerra di 14.000
colpi al giorno, che corrispondeva ad un consumo edio giornalieri di 7 colpi per
ogni bocca da fuoco schierata in linea, media che era assolutamente insufficiente.[2]
All’inizio del 1916 passo a 40.000 colpi al giorno, nel maggio a 50.000,
nell’ottobre a 70.000, con una
situazione a meta del 1916 che vedeva la disponibilità, su 4073 bocche da
fuoco, una disponibilità di quasi 7 milioni di colpi, con una capacità di poter
accumulare ogni quindicina, presso il deposito centrale, circa mezzo milione di
colpi. Alla fine del 1916 il problema delle munizionamento era avviato a soluzione,
tanto che si calcolava per il gennaio 1917 una produzione di 1.155.000 colpi,
con una media giornaliera di 77.000 colpi, produzione che era quintuplicata
rispetto al maggio 1915.
Dal
24 maggio 1915 al 31 dicembre 1916 vennero sparati:
.
8.811.881 colpi di piccolo calibro
.
2.268.758 colpi di medio calibro
. 100.496 colpi di grossi calibro
Peer
un totale di 11.181.135 colpi ad una media giornaliera di 19.048 colpi.
Alla
data del 31 dicembre 1916 presso il deposito centrale erano disponibili:
.
13.579.872 colpi di piccolo calibro
. 1.906.393 colpi di medio calibro
. 53.454 colpi di grossi calibro
Per
un totale di 15.539. 719 colpi.
Aeronautuca
All’iniziio
della guerra l’Esercito, come la Marina, inquadravano i reparti aeronau-tici,
dando sviluppo alla Aviazione per l’Esercito e l’Aviazione per la Marina, che
impiegavano sia aeroplani propriamente detti che dirigibili; solo nel primo
dopo-guerra l’Aviazione divenne Forza Armata autonoma.
Aeroplani
All’entrata
in guerra l’Italia possedeva 72 aeroplani, ordinati su 15 squadriglie. I tipi
di aerei erano Farman-Fiat, Voisin-Salson, Voisin-Isotta Fraschini, Cauddron-Le
Rhone, Caproni-Fiat, Niuport, Aviatik. Un intenso programma di potenziamento
portò la consistenza degli aeroplani nel dicembre 1916 a 44 squadriglie per un
totale di 370 aeroplani.
Dirigibili
All’entrata
in guerra l’Italia possedeva per l’Esercito solo 3 Dirigibili; nel 1916
an-darono perdute 4, e nel dicembre 1916 vi erano operativi, ma lontano dal
fronte solo 4 dirigibili, l’M.1, l’M.3, l’M.9 e l’M.10.
Aerostati
Nel
maggio 1915 vi erano 6 sezioni aerostatiche e 3 da fortezza, alla fine del 1916
la specialità disponeva di 1 comando di gruppo, 7 sezioni da campagna, 3 sezoni
da fortezza, 1 sezione speciali, 1 magazzino avanzato.
Massimo Coltrinari. (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
martedì 19 settembre 2017
L'Eseercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 IV
(CONTINUAZIONE)
Genio
L’Arma
del Genio era entrata in guerra con queste unità:
1°
Reggimento Zappatori, con 21 compagnie, di cu 17 con sezione da ponte
2°
Reggimento Zappatori, con 21 compagnie, delle quali 18 con sezione da ponte
3°
Reggimento Telegrafisti, con 24 compagnie e 4 sezioni
4°
Reggimento Pontieri, con 15 compagnie e
4 sezioni
5°
Reggimento Minatori, con 21 compagnie e 4 sezioni
6°
Reggimento Ferrovieri, con 12 compagnie.
Vi
erano inoltre alcune compagnie bis dislocate in colonia, un battaglione e 30
compagnie genio di Milizia Territoriale, 2 compagnie automobilisti, 4 compagnie
treno, 14 parchi di corpo d’armata, 9 sezioni radiotelegrafiche, 117 sezioni
fotoelettriche, 5 squadre fotografiche, un parco d’assedio.
Zappatori
La
specialità Zappatori, entrata in guerra con 42 compagnie, alla fine del 1916 si
era quintuplicata, con 51 comandi di battaglione, e 204 compagnie, delle quali
161 costituite ex-novo. Ai reggimenti genio (1° e 2°) vennero assegnate le
specialità di nuova costituzione: pompieri (1° e 2° Reggimento), lanciafiamme
(1° Reggimento), lanciagas (1° Reggimento), telefonisti per sezioni telefoniche
divisonali e per gruppo alpino (1° e 2° Reggimento) ed un reparto lanciaruote
Cantono.[1]
Pompieri
Non
esistenti all’inizio della guerra nel dicembre 1916 erano esistent 4 sezioni,
una per ogni Armata operante.
Lanciafiamme
Non
esistente all’inizio della guerra nel dicembre 1916 vi era questo organico:
.
1a compagnia (1a Armata), sezioni da posizione tipo A, 31a, 32a, 33a, 34°
.
2a compagnia (3a Armata),sezioni trasportabili tipo B, 1a, 2a, 3a, 4a, 5a, 6a,
7a, 8a,
.
3a compagnia (da assegnare), sezioni da posizione tipo A, 9a, 10a, e sezioni
miste 35a, 36a
Lanciagas
Non
esistente all’inizio della guerra, nel dicembre 1916 esisteva una compagnia
speciale su 3 sezioni alle dirette dipendenze del Comando Supremo.
Telefonisti
All’inizio
della guerra esistevano i parchi telefonisti divisionali, che in breve furono
soppressi e riordinati in sezioni divisionali; alla fine del 1916 vi erano 64
sezioni divisonali, delle quali 51 per divisone di fanteria, 4 per divisoni di
cavalleria, e 9 per gruppo alpino.
Telegrafisti
All’inizio
della guerra di verano 24 compagnie nmerate progressivamente; nel dicembre
1916 vi erano 52 compagnie numerate
progressivamente ed una con l’ordinativo 58a.
Radiotelegrafisti
Entrati
in guerra con 27 stazioni in 9 sezioni, nel dicembre 1916 vi erano 13 sezioni
per 39 stazioni.
Pontieri
Il
4° reggimento, come visto, mobilito un comandodi battaglione, 15 compagnie, di
cui 3 lagunari, e 4 sezioni d aponte; dal 24 maggio 1915 al 31 dicembre 1916
vennero costituiti altri 3 comandi di battaglioe e 4 compagnie; complessivaente
il 4° Reggimetno aveva nel dicembre 1916 4 comandi di battaglioe, 16 compagnie
pontieri, 3 lagunari, e 4 sezioni d aponte per divisioni di cavalleria.
Minatori
Alle
21 compagnie e 4 sezioni dell’inizio della guerra si aggiunsero 2 comandi di
battaglione e 4 compagnie ( dicembre 1915), 1 comando di battaglione e due compagnie
(marzo 1916) 4 compagnie (luglio-agosto 1916) e altre 6 nell’ottobre 1916.
Gruppi perforatori
Non
esistenti all’inizio della guerra, l’11 febbraio1916 in seno al reggimento minatori
si costituì una compagnia motoristi, che raggiunse alla fine dell’anno l’entità
di 600 uomini.
Reparti telegrafisti
Non
esistenti all’inizo della guerra, al dicembre 1916 erano costituite quattro compagnie,
una per Armata, oltre a tre plotoni autonomi, unoper la Zona Carnia, uno per
l’Albania, ed uno per la Macedonia.
Ferrovieri
Entrati
in guerra con 12 compagnie, non ebbero incrementi di rilievo, tranne la
costituzione della 13a compagnia in Albania e tre compagnie per l’esercizio di
ferrovie Decauville.
Stazioni fotoelettriche
All’inizio
della guerra vi erano 117 stazioni, che nel dicembre 1916 raggiunsero il numero
di 540.
[1]
Era un reparto speciale costituito presso il 1° Reggimento, per l’apertura dei
varchi nei reticolati per mezzo di speciali ruote tagliafili, lanciate da
appositi strumenti.
Massimo Coltrinari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
giovedì 29 giugno 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 V
Aeronautuca
All’iniziio
della guerra l’Esercito, come la Marina, inquadravano i reparti aeronautici, dando
sviluppo alla Aviazione per l’Esercito e l’Aviazione per la Marina, che
impiegavano sia aeroplani propriamente detti che dirigibili; solo nel primo dopoguerra
l’Aviazione divenne Forza Armata autonoma.
Aeroplani
All’entrata
in guerra l’Italia possedeva 72 aeroplani, ordinati su 15 squadriglie. I tipi
di aerei erano Farman-Fiat, Voisin-Salson, Voisin-Isotta Fraschini, Cauddron-Le
Rhone, Caproni-Fiat, Niuport, Aviatik. Un intenso programma di potenziamento
portò la consistenza degli aeroplani nel dicembre 1916 a 44 squadriglie per un
totale di 370 aeroplani.
Dirigibili
All’entrata
in guerra l’Italia possedeva per l’Esercito solo 3 Dirigibili; nel 1916 andarono
perdute 4, e nel dicembre 1916 vi erano operativi, ma lontano dal fronte solo 4
dirigibili, l’M.1, l’M.3, l’M.9 e l’M.10.
Aerostati
Nel
maggio 1915 vi erano 6 sezioni aerostatiche e 3 da fortezza, alla fine del 1916
la specialità disponeva di 1 comando di gruppo, 7 sezioni da campagna, 3 sezoni
da fortezza, 1 sezione speciali, 1 magazzino avanzato.
Carabinieri Reali
All’entrata
in guerra i Carabinieri Reali mobilitarono 1 reggimento su tre battaglioni di 3
compagnie ciascun 1 gruppo su due squadroni di Carabinieri a cavallo, forze che
furono messe a disposizione del Comando Supremo. Al dicembre 1916, dopo un
notevole potenziamento, risultavano, alle dirette dipendenze del Comando
Supremo, 2 divisioni autonome, 1 battaglione ed 1 gruppo squadroni; dalle
grandi unità, corpo d’armata e divisione, 94 sezioni e 94 plotoni carabinieri.
Guardia di Finanza
Il
Corpo mobilito 4 battaglioni di frontiera, 14 battaglioni e 2 compagnie
costiere. I 14 battaglioni erano numerati da I a IV e da V a XX. Con l’esperienza
di guerra si dimostro che i battaglioni di finanzieri non erano adatti
all’impiego e dopo vari tentativi il Comando Supremo decise di ridurre i
battaglioni a 9 e 4 compagnie autonome l’apporto della Guardia di Finanza; il
personale in esubero fu incorporato in fanteria, soprattutto negli alpini.
MASSIMO COLTRINARI
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
mercoledì 31 maggio 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 VI
(CONTINUAZIONE)
Milizia Territoriale
L’ordine
di mobilitazione prevedeva la costituzione presso i Distretti di 17 comandi di
brigata, 44 comandi di reggimento, 324 battaglioni di fanteria di cui 185 ordinari,
15 costieri e 124 di mobilitazione sospesa, ovvero da costituirsi in base alle
necessità. Ogni battaglione era, di regola, su 4 compagnie. Questo ordinamento
permane, slave delle eccezioni per il 1916, oltre al fatto che reparti di M.T.
furono inviati al fronte ad integrare l’Esercito permanente.
Reparti presidiari
Al
24 maggio 1915 ogni reggimento granatieri, di fanteria e di bersaglieri aveva
costituito una compagnia presidiaria, con elementi meno atti al servizio in
guerra; inoltre erano stati costituiti 24 comandi di battaglione in ragione di
2 per ognuno dei 12 corpi d’armata. Alla fine del 1916 i reparti presidiari
ascendevano complessivamente a 33 comandi di battaglione e 276 compagnie, di
cui, rispettivamente, 22 e 129 erano alle dipendenze del Comando Supremo ed i
rimanenti a disposizione delle autorità territoriali.
Reparti disarmati
Con
il progredire della guerra ci si rese conto che diversi servizi potevano essere
svolti da personale disarmato; al fine di non togliere dal fronte soldati
armati furono costituiti speciali
reparti di circa 500 uomini, uno per ogni Armata, di cui quello per la Carnia
di 165 uomini. Le esigenze variavano ed ogni Armata gestiva questo reparto in
base alle sue esigenze. Nel dicembre del 1916 la 3a Armata aveva il suo reparto
con oltre 1000 uomini.
Centurie di lavoratori
Non
esistenti nel 1915, all’inizio del 1916 il Comando Supremo chiedeva al Ministero
la costituzione di speciali reparti lavoratori, della forza di 100 uomini ciascuno,
posti al comando di Ufficiali del Genio di M.T. Ne chiedeva la formazione di 72
per la 3a Armata e 60 per la 2a Armata. Alla fine dell’anno erano state
costituite 821 centurie di lavoratori dislocate nella zona di guerra per i
lavori di difesa.
Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
mercoledì 10 maggio 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 VII
(CONTINUAZIONE)
Servizio Automobilistico
Nel
1915 impiegava 350 ufficiali e 9000 uomini di truppa ordinati in 210 drappelli,110
sezione ordinarie, 61 sezioni per munizioni, 18 reparti, 5 parchi, 4 depositi
centrali, 5 depositi lavoratori, 400 autovetture, 3400 autocarri, 150
trattrici, 1100 motocicli, un parco automobilistico di riserva che comprendeva
6 reparti, 26 sezioni raddoppiate 1 laboratorio deposito.
Nel
dicembre 1916 gli ufficiali erano 1100 e i sottufficiali e truppa 30.000
uomini, ordinati su 283 drappelli, 210 autosezioni ordinarie, 88 autosezioni
per munizioni, 113 autosezioni raddoppiate, 50 sezioni autotrattrici, 61
autoreparti, 7 autoparchi, 5 parchi autotrattrici, 4 depositi centrali, 12
depositi laboratori, 1 deposito laboratorio motociclistico, 10800 autocarri,
950 autovetture, 570 trattrici, 4000 motocicli.
Servizio Sanitario
All’atto
dell’entrata in guerra il Servizio Sanitario aveva mobilitato le seguenti unità
(tra paretesi il numero delle unità al dicembre 1916):
.
3 reparti someggiati per gruppo alpino, (9)
.
53 sezioni di sanità, (77)
.
120 ospedaletti someggiati da 50 letti, (195)
.
82 ospedali da campo da 100 letti (159)
.
42 ospedali da campo da 200 letti (42)
.
0 ambulanze chirurgiche (10)
.
0 sezioni di disinfezione (29)
.
108 autoambulanze (500)
.
108 autobus (83)
.
0 autocarri attrezzati (70)
.
0 autolettighe (300)
.
16 treni attrezzati (48)
.
28 ospedali militari principali (28)
.
2 ospedali succursali di riserva (948)
.
6 depositi di convalescenza o convalescenziari (21)
.
31 infermerie presidiarie (0)
Oltre
a numerosi ospedali di riserva in corso di completamento per oltre 24 mila
letti complessivi presso l’Esercito operante ed oltre 100.000 letti negli
stabilimenti di riserva. Il personale ammontava a 773 Ufficiali sia in s.p.e
che di complemento che salì al oltre
14.000 alla fine del dicembre 1916.
Accanto
al Servizio Sanitario del Regio Esercito vi era il Servizio Sanitario della
Croce Rossa Italiana e del Sovrano Ordine di Malta.
La
Croce Rossa Italiana mobilitò 65 ospedali di guerra, 3 ospedali di tappa, 3
ospedali chirurgici mobili, 4 sezioni di sanità, 34 ambulanze da montagna, 29
posti di soccorso ferroviari, 24 treni ospedali, 15 sezioni automobili, 3
sezioni da campo per infermiere volontarie, 3 ambulanze specializzate, 4 bagni
a doccia mobili, in cui operavano 1193 ufficiali medici, 427 ufficiali di
amministrazione, 165 ufficiali farmacisti, 273 ufficiali automobilisti, 157
cappellani, 1080 infermiere volontarie, 9500 militi. In zona territoriale la
Croce Rossa dispove adi 30.000 posti-letto e 51 posti soccorso ferrovieri in
cui operavano 1160 ufficial medici, 162 ufficiali farmacisti, 480 ufficiali di
amministrazione, 130 ufficiali automobilisti, 90 cappellani, 7320 infermiere
volontarie, 5750 militi, 4122 borghesi aggregati.
Il
Sovrano ordine di Malta organizzò 4 treni ospedali, 1 ospedale di guerra, 2
ospedali territoriali.
Il Serizio Sanitario nella Grande Guerra
quindi si avvalse di sia di quello del regio Esercito sia di quello delle due
associazioni, la Croce Rossa Italiana e il Sovrano Ordine di Malta, le cui
potenziali si equivalevano.
massimo coltrinari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org
martedì 9 maggio 2017
L'Esercito Italiano e lo sviluppo nel 1916 VIII
Servizio di Commissariato
Il
servizio di Commissariato provvedeva al rifornimento di viveri ordinari e di riserva
ed al vestiario ed equipaggiamento. Entrò in guerra con le seguenti unità (tra
parentesi quelle esistenti al dicembre 1916)
.
28 sezioni sussistenze ordinarie (28)
.
23 sesioni sussistenze con salmerie (38)
.
4 sezioni sussistenze per cavalleria (4)
.
6 panifici avanzati (6)
.
0 sezioni panettieri senza forni mobili (2)
.
4 sezioni panettieri con forni mod. 93 (4)
.
3 sezioni paniettieri con forni mod. 97 carreggiati (3)
.
1 sezione panettieri con forni mod.97 someggiati (1)
.
13 comandi di squadre panettieri con forni Weiss (17)
.
31 squadre panettieri di divisione con forni Weiss (40)
.
13 squadre panettieri per truppe supplettive con forni Weiss (65)
.
14 comandi di parco viveri (17)
.
70 squadre di parco viveri per divisione (70)
.
28 squadre di riserva per truppe supplettive (28)
.
3 squadre di riserva per gruppo alpino (5)
.
3 salmerie a disposizione per gruppo alpino (8)
.
3 colonne viveri per gruppo alpino (8)
.
6 magazzini avanzati viveri (6)
.
6 magazzini avanzati vestiario ed equipaggiamento (6)
.
6 parchi buoi (6).
Nella
sostanza il Servizio di Commissariato si dimostro aderente alle esigenza di
guerra ricevendo pochi aumenti nel 1916.
Costituziione di Grandi Unità
Il
20 marzo 1916 il Regio Copro speciale
italiano destinato in Albania assumeva la denominazione di XVI Corpo
d’Armata, su tre divisioni la 38a la 43a e la 44a composte dalle unità già in
posto.
Nel
suo complesso in territorio nazionale si costituitono le seguenti unità fino al
31 dicembre 1916
.
6a Armata
.
6 Corpi d’Armata; XVIII, XX, XXII, XXIV, XXVI, XXIX
.
13 divisioni, di cui 8 di nuova costituzione
(38a, 43a, 44a, 45a, 46a, 47a, 48a, 49a) e le rimanenti 5 (36a, 37a,
50a, 51a, 56a) mediate la trasfromazione di comandi tattici.
Alla
data del 31 dicembre 1916 l’Esercito Italiano comprendeva, quindi, 5 Armate, 20
corpi d’armata, 48 divisioni di fanteria, 4 divisioni di cavalleria.
MASSIMO COLTRINARI - (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
venerdì 21 aprile 2017
Presentazione degli Atti.
ISTITUTO
DEL NASTRO AZZURRO
FRA
COMBATTENTI DECORATI AL V.M.
Presidenza
Nazionale
Centro
Studi sul Valore Militare
Giovedì 27 aprile
2017 ore 17
In occasione della Giornata del
Decorato che si terrà ad Arezzo il 28-30 aprile 2017
Il Presidente Nazionale
Gen. Carlo Maria Magnani
Ha l’onore di invitare la S.V.
AL V
INCONTRO CON L’AUTORE
Tommaso
Gramiccia
Che presenterà il Volume
Comprendere la Grande Guerra
Dal Primo al Secondo anno di
guerra 1915-1916
Atti del convegno in occasione della Giornata del Decorato
Salò 23-24 aprile 2016
Saranno presenti i
Curatori, Massimo Coltrinari e Giancarlo
Ramaccia
ROMA
Presidenza Nazionale Nastro Azzurro Sala
Maggiore
Piazza Galeno 1 . V.le
Regina Margherita
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
Il Volume riporta anche un interessante studio di araldica sullo Stemma del Nastro Azzurro
mercoledì 19 aprile 2017
mercoledì 15 marzo 2017
martedì 7 marzo 2017
giovedì 9 febbraio 2017
giovedì 29 dicembre 2016
giovedì 8 dicembre 2016
mercoledì 30 novembre 2016
lunedì 21 novembre 2016
domenica 20 novembre 2016
sabato 19 novembre 2016
.Convegno sui soldati pistoiesi e toscani nella Resistenza in Albania e Montenegro 1943-45
Ringrazio gli organizzatori del convegno per avermi dato la
possibilità di portare il saluto dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci
Garibaldini e della sua presidente, la prof.ssa Annita Garibaldi Jallet, che ha
sollecitato la partecipazione di una rappresentanza della sezione di Firenze a questa iniziativa ritenuta molto
significativa per far conoscere la vicenda della Divisione “Garibaldi” nel
quadro della Resistenza dei militari italiani all’estero.
Dopo la giornata di studio dedicata, lo scorso anno, alla
“scelta” all’8 settembre ’43, quella di quest’anno si concentra sugli eventi
dell’inverno ‘43-44, il più duro che si ricordi dal punto di vista climatico e
il più terribile per i combattimenti, il freddo, le sofferenze, le malattie
patite dai nostri militari divenuti partigiani.
La nostra Associazione - le cui radici affondano nella
Società di mutuo soccorso tra garibaldini del 1871 - e che con alterne vicende
ha accompagnato la storia italiana sino alla rinascita del sodalizio nel 1944
su basi democratiche e antifasciste, ha accolto, dopo la fine della guerra, i
reduci delle divisioni “Garibaldi” e “Italia” perché ritenuti dall’allora
Ministero della Guerra i più autentici continuatori della tradizione
garibaldina risorgimentale per aver combattuto volontariamente, per libera
scelta, a fianco dell’Esercito popolare liberatore jugoslavo di Tito, ma senza
alcuna ideologia di partito. La “Garibaldi” in particolare, formata dalla
fusione della “Venezia” e di reparti della “Taurinense” ebbe la caratteristica
veramente originale di essere parte dell’Esercito italiano e nello stesso tempo
partigiana come modo di operare, non per pochi giorni o settimane ma per ben
diciotto mesi, conservando le stellette e i gradi militari.
Di tutte le divisioni – ben tredici – dislocate nei Balcani
che rivolsero le armi contro i tedeschi, la “Garibaldi” fu l’unica che rientrò
in Italia vittoriosa ed in armi, decimata (8.500 le perdite su 20.000 effettivi
all’8 settembre ‘43) ma ancora efficiente, la sola che non si era mai arresa.
Il coraggio di soldati e ufficiali caratterizzò la vicenda
della “Garibaldi” il cui nome, imposto dai partigiani titini, ben si sposava
con il carattere delle campagne garibaldine per la libertà dei popoli oppressi
dell’Ottocento e del primo Novecento, in Italia e all’estero. Questo nome non
piacque agli apparati militari italiani. C’era ostilità, diffidenza, fastidio
per questi militari divenuti partigiani ed una delle conseguenze è stato il ritardo
negli studi. Vi ha riparato la “Commissione sulla Resistenza dei militari
italiani all’estero dopo l’8 settembre 1943” voluta dall’allora ministro
liberale Valerio Zanone che ha prodotto, dopo accurate ricerche e indagini, numerosi
volumi editi dalla Rivista Militare, due dei quali trattano della toscana “Venezia”
e della piemontese “Taurinense” poi “Garibaldi”. Ora si conta un certo numero
di libri, per cui la “Garibaldi” non è del tutto ignorata, ma è rimasta un po’
nell’ombra, mentre la sola divisione “Acqui” assurgeva a simbolo della
Resistenza dei militari italiani all’estero.
Ben venga dunque questa occasione di approfondimento. Un
grazie di cuore al gen. Massimo Coltrinari, allo storico Eric Gobetti, al
Sindaco Samuele Bertinelli e alla prof.ssa Lia Tosi, ispiratrice di questa
rassegna di incontri.
Da parte della nostra Associazione vi è un impegno forte alla
conservazione della memoria della “Garibaldi” attraverso l’ordinamento delle
carte d’archivio di cui dispone nella sede centrale romana di Porta S.
Pancrazio (ricordo che quello, importantissimo, posseduto dal gen. Ravnich è
finito in una fondazione svizzera di Casa Savoia e divenuto inaccessibile) e
soprattutto attraverso il Museo di Asti, inaugurato lo scorso 2 giugno e
destinato a raccogliere cimeli e documenti ed a far conoscere la storia della
Divisione “Garibaldi”.
La nostra opera di divulgazione si realizza anche attraverso
la rivista Camicia Rossa che pubblica
memorie e racconti di guerra ed è allo stesso tempo notiziario associativo
dell’ANVRG. La sua storia, a partire dalla pubblicazione del primo numero, nel
lontano 1892, corre parallela a quella delle associazioni di reduci garibaldini
o delle “patrie battaglie” di cui è
stata nel tempo espressione quale organo ufficiale di stampa. Vi si trovano,
pertanto, insieme a saggi di carattere storico, dal Risorgimento alla
Resistenza, ed a memorie e racconti di guerra, i resoconti associativi, le
cronache di iniziative e manifestazioni.
Nel secondo fascicolo del 1992 di Camicia Rossa – distribuito in sala per questa occasione - numerose
pagine e foto furono riservate alla inaugurazione del cippo dedicato alla
“Garibaldi” a Pistoia, nell’area verde delle Fornaci, avvenuta nel 1992 grazie
all’allora sindaco Marcello Bucci. La manifestazione vide la presenza di molte
camicie rosse ed una mostra documentaria sulla Resistenza dei militari toscani
all’estero. Perché Pistoia fu sede dell’83° Reggimento fanteria della divisione
“Venezia” e perché oltre 200 pistoiesi, tra città e provincia, fecero parte
della divisione “Garibaldi”. Tra questi non possiamo dimenticare il ten. veterinario
Villy Pasquali Medaglia d’oro al VM eroicamente morto in combattimento nel
novembre ’43 in Montenegro. Uno degli uomini che col sacrificio della vita contribuì
alla liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo.
Sergio Goretti, direttore di Camicia Rossa
mercoledì 16 novembre 2016
martedì 15 novembre 2016
sabato 5 novembre 2016
venerdì 21 ottobre 2016
giovedì 13 ottobre 2016
lunedì 3 ottobre 2016
domenica 18 settembre 2016
martedì 6 settembre 2016
mercoledì 31 agosto 2016
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