Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola

Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario
Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina

La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)

venerdì 21 giugno 2013

Legio XVI Flavia

Cavaliere catafratto. Rappresentava il tipico combattente delle popolazioni di origine iranica. Ricostruzione per la XVI Legio Flavia

Legio XIV Flavia
“i risoluti”
Emblemi: Leone

Comandanti ( legati)
.L. Burbuleio Optato durante il regno di Adriano
.L. Fabio Cilone, a Samosata, sotto Commodo
.L. Mario perpetuo con Settimio Severio
.L. Narazio proculo durante il Regno di Antonino Pilo, portandosi con vessillazioni in Siria
.
. Vespasiano la formò per sotituire la XVI Gallica, sciolta probabilmente per il comportamento tenuto durante la rivolta batava degli anni 68-69 d.C.
Stanziata inizialemte in Siria fu posta quindi a Sanosata bela Commagene (Samsat, Turchia) ove rimase dislocata per secoli a protezione dei confini orientali, anche con corpi distaccati in altre località
Fu conosciuta anche con l’uso generale dell’epiteto Firma. Agli inizi del V secolo esisteva ancora come forza organizzata, nella piazzaforte di Sura, nella provincia della Syria Euphratensis
 (Anna maria Liberati, Francesco Silverio, in “Fragmenta”, supplemento alla Rivista Militare, 1981)

domenica 16 giugno 2013

2. Giappone e Stati Uniti. Seconda Guerra Mondiale (488-485)



488. Giappone
Maggiore di Cavalleria e soldato di fanteria, 1943.

Fin dalla guerra russo-giapponese  l’esercito giapponese  vestiva caki. Fino al 1935 l’uniforme non subì cambiamenti essenziali, ma verso la fine degli anni trenta in base alle esperienze  fatte durante la guerra in Cina si ebbero cambiamenti. Fu introdotto il piccolo berretto con visiera che fu sperimentato nella guerra del Pacifico e nella giungla e che più tardi doveva venir imitato in tutto il mondo. I distintivi di grado sulle spalle, prima in forma di finti passanti trasversali per le controspalline. Nel 1939 furono applicati sul colletto. Il sistema di galloni e stellette era rimasto lo stesso, il colore di fondo era per tutti rosso. L’amra veniva contrassegnata dal colore della guarnizione di stoffa quasi a forma di M sulla tasca destra, sul petto e dal colore dei filetti sui risvolti delle maniche degli ufficiali. Questo colore era rosso per la fanteria, giallo per l’artiglieria, verde per la cavalleria, marrone per le truppe del genio, blu nero per i reparti della sussistenza,e blu chiaro per le truppe d’aviazione. Alcuni ufficiali portavano la vecchia spada  ( per lo più si trattava di un vecchio oggetto di famiglia). Nelle regioni calde si portavano uniformi di lino; nella guerra nella giungla tuttavia spesso l’abbigliamento consisteva solo in un panno intorno ai fianchi e in un berretto di lino.

487 Gran Bretagna
Fanteria in uniforme da giungla. Soldato, 1945

Le particolari condizioni in cui si svolgeva la guerra nella giungla portarono durante la 2 Guerra Mondiale all’introduzione per le truppe britanniche di un uniforme di lino di colore particolare detto “verde giungla”. Ogni parte in tessuto ritorto era assimilata al colore dell’uniforme e d ogni parte di metallo era di colore nero.
Il vecchi “bush-hat” ebbe nuova diffusione. La denominazione del reggimento era portata sui passanti scorrevoli delle cjtrospalline e il “formation badge” sul risvolto del cappello.

486. Stati Uniti d’America. Fanteria. Soldato 1944

Tra tutti i soldati che presero parte alla seconda guerra mondiale, il fante americano era senz’altro quello meglio equipaggiato. L’elmetto di acciaio americano ha iniziato da allora la sua marcia trionfale in tutto il mondo. Il modello americano del “battkle-dress” già durante la guerra, venne soppiantato da una uniforme da combattimento che consisteva in giubba e calzoni di stoffa impermeabile  all’acqua ed al vento che si doveva rilevare assai superiore al “battle.dress”. Le altre ghette durante la guerra vennero sostituite da stivaletti con legacci e con un lungo gambale. La grande borsa era destinata alla maschera antigas.

485.  Stati Uniti d’America. Fanteria Paracadutista 1944


Negli Stati Uniti d’America nel 1940 si cominciò ad addestrare a titolo sperimentale truppe paracadutiste. I successi dei paracadutisti tedeschi durante la II Guerra Mondiale portarono nel 1942 alla formazione di truppe aviotrasportate. I “paratroopers” americani  non portavano la blusa del “battle dress” ma una specie di giacca a vento di stoffa impermiabile a vento. Sia la giacca che i calzoni erano dotati di numerose tasche poiché il soldato doveva portare con se molti oggetti.

mercoledì 5 giugno 2013

Serate di Storia: l'idea del medioevo. Osimo Venerdi 14 Giugno ore 21

Serate di Storia

Dalla Storia all’immaginario: l’idea di medioevo ai nostri giorni
Venerdì 14 Giugno 2013 ore 21
Sala Convegni Grotte del Cantinone, Via Fontemagna 14

Relatore: Prof. Francesco Pirani

Atelier altomedioevale per la fabbricazione di indumenti di vestiario ed accessori. 


Nelle serate di Storia questa volta si parla di un epoca che è stata sempre presentata con accenti di negatività, tanto che, dopo l’epoca romana, si parla di oscurantismo, di decadenza, di incapacità dell’uomo di organizzarsi in società di ampio respiro. E’ l’epoca in cui i barbari hanno preso il sopravvento e l’unica cosa che sapevano fare era distruggere quello che la civiltà greca prima e romana poi avevano creato. I barbari che vengono dal nord e che devastano il sud è una idea che ancora oggi  permane nel nostro immaginario, e ci viene ricambiata dalle popolazioni del nord che si reputano più civili, più ordinate, più “avanti di noi”. E lo sentono perché indubbiamente qualcosa funziona meglio da loro che da noi, ed alimentano questo approccio dichiarandosi loro gli eredi diretti della civiltà romana. Prima gli Inglesi poi i tedeschi, confrontandosi con noi italiani e con i greci (vedi la questione dell’euro) accentuano questo distacco, impedendo una costruzione politica dell’Europa, a cui non si può far fronte con la sola Europa dei mercanti e dei banchieri. Eppure
Guerriro Altomedioevale dell'Italia centrale
il medio evo ci ha dato cose interessati.
Primo fra tutti il cavallo, che è diventato il simbolo di questa epoca.
Importato dall’Oriente, il cavallo è il simbolo del nuovo. Le descrizioni di Ammiano Marcellino, l’ultimo grande storico della letteratura latina, ci descrive i popoli barbari che travolgono in sella ai loro cavalli, le pur potenti, ma lente legioni romane. Il cavallo per i popoli barbari è una necessità vitale.
Bizantini ed Arabi segnano il Medioevo, e portano anche loro, insieme ai Normanni, grandi cose, , che coagulandosi con il passare dei decenni e dei secoli danno vita al feudalesimo in cui domina l’elemento centrale del Medio Evo, il castello.
All’ombra del Castello fioriscono le milizie comunali e tutta una vita che segna le nostre contrade, espressione di una aristocrazia del denaro che, non avendo il senso civico si frammenta in tanti piccoli insieme collettivi che non riescono ne a diventare entità superiori, come lo Stato di concezione moderna.


Di tutto questo si parlerà alla serata dove il prof. Francesco Pirani tratteggerà ed illuminerà l’idea di medio Evo in u  percorso tanto intelligente quanto illuminante



Platico presente alla Civita Gallera del Figurino Storico Osimo