Questo Blog, già figurinostorico.blogspot.com, che sosteneva che "la storia si può raccontare in tanti modi. Noi abbiamo inventato un nuovo modo di raccontarla:con il figurino storico. Firmato: la Tavola Rotonda Osimo." Si aprirà da parte della Galleria del Figurino Storico un sito. Questo blog continua a svolgere la sua funzione: di descrivere il Costume Militare attraverso i secoli,ovvero l'Uniformologia, scienza ausiliaria della Storia (contatti:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola
Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina
La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)
martedì 30 gennaio 2018
martedì 23 gennaio 2018
La Guerra Italiana alla URSS 1941-1943. Le Operazioni
In seconda edizione esce nella collana
I Libri del Nastro Azzurro il volume
La guerra italiana alla URSS 1941-1943. Le Operazioni
Roma, Societa Editrice Nuova Cultura,
2018, E.20 pag. 296
(per info:
www.nuovacultura.it
segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)
note ed articoli su
www.valoremilitare.blogspot.com
con post dal 21 gennaio al 27 gennaio 2018
Il Volume vuole ricordare le tragiche vicende dei nostri soldati in Russia, che sono propedeutiche all'altra grade tragedia che è la prigionia in URSS
Si
QUADRO DI BATTAGLIA DEL C.S.I.R. ALLA DATA DEL 1
AGOSTO 1941
Ø
comando:
comandante (generale di corpo d'armata Giovanni Messe), stato maggiore,
comandante dell'artiglieria, comandante del genio;
Ø
quartier
generale: 3 sezioni motorizzate carabinieri reali, una sezione
topocartografica, una sezione fotografica, una sezione topografi per
artiglieria, un ufficio postale, un reparto fotocinematografico, un drappello
automobilistico per comando di corpo d'armata, un nucleo movimento stradale,
una sezione carburanti;
Ø
unità di
supporto: un battaglione mitraglieri di corpo d'armata, un battaglione cannoni
da 47/32, una compagnia bersaglieri motociclisti, una legione camicie nere su 2
battaglioni camicie nere e un battaglione armi di accompagnamento
dell'esercito), un raggruppamento di artiglieria (30°) su 3 gruppi da 105/32, 2
gruppi autocampali contraerei da 75/46 e 2 batterie cannoni-mitragliere da 20,
un battaglione artieri su 3 compagnie, 2 battaglioni pontieri su 3 compagnie,
un battaglione collegamenti su 2 compagnie telegrafisti, una compagnia
marconisti, una colombaia mobile, un'officina autocarreggiata per materiali di
collegamento, una sezione fotoelettricisti autocarrata, un battaglione chimico;
Ø
aeronautica: un
gruppo di osservazione su 3 squadriglie e un gruppo da caccia su 4 squadriglie;
Ø
servizi: una
sezione di sanità, 2 autoambulanze radiologiche, una autoambulanza
odontoiatrica, 2 sezioni disinfezione, 18 ospedali da campo, 2 sezioni bonifica
per gassati, un laboratorio chimico, batteriologico, tossicologico, una sezione
sussistenza, una sezione ed una squadra panettieri con forni rotabili, 2
infermerie quadrupedi, un reparto salmerie, un autoraggruppamento di armata su
un autogruppo pesante (4 autoreparti pesanti), un autogruppo misto (3
autoreparti pesanti, un autoreparto leggero, un autoreparto misto, un
autoreparto autoambulanze), un'officina di autogruppo, un reparto soccorso
stradale, un nucleo soccorso stradale;
Ø
tribunale
militare di guerra del C.S.I.R;
Ø
divisione
autotrasportabile Pasubio:
§
comando:
comandante (generale Vittorio Giovannelli), capo di stato maggiore, stato
maggiore;
§
quartier
generale: 2 sezioni motorizzate carabinieri reali, un drappello
automobilistico, una sezione carburanti, un nucleo soccorso stradale, un nucleo
movimento stradale, un gruppo fotocinematografico, un ufficio posta militare;
§
79° reggimento
fanteria Roma: comando, compagnia comando, compagnia mortai da 81, batteria
cannoni d'accompagnamento da 65/17, 3 battaglioni (ciascuno su: comando,
compagnia comando, 3 compagnie fucilieri, 1 compagnia armi d'accompagnamento
mitragliatrici e mortai da 81);
§
80° reggimento di
fanteria Roma: idem come il 79°;
§
2 battaglioni
mortai da 81;
§
2 compagnie
cannoni controcarro da 47/32;
§
8° reggimento
artiglieria motorizzato su: comando e reparto comando, un gruppo motorizzato
obici da 100/17, 2 gruppi motorizzati cannoni da 75/27, un reparto munizioni e
viveri, 2 batterie contraerei cannoni-mitragliere da 20 mod, 35;
§
una compagnia
genio artieri;
§
una compagnia
genio telegrafisti e radiotelegrafisti;
§
una sezione
fotcelettricisti;
§
servizi: una
sezione sanità, 4 ospedali da campo, un nucleo chirurgico, una sezione
sussistenza, una squadra panettieri con forni mobili;
Ø
divisione
autotrasportabile Torino:
§
comando:
comandante (generale Luigi Manzi), capo di stato maggiore, stato maggiore;
§
quartier
generale: come la divisione Pasubio;
§
81° reggimento
fanteria: come 79° fanteria Roma;
§
82° fanteria:
come 79° fanteria Roma;
§
2 battaglioni
mortai da 81;
§
2 compagnie
cannoni controcarro da 47/32;
§
52° reggimento
artiglieria motorizzato: come 8° reggimento della Pasubio;
§
genio: come genio
della Pasubio;
§
servizi: come
servizi della Pasubio;
Ø
3^ divisione
Celere Principe Amedeo duca d'Aosta:
§
comando:
comandante (generale di divisone Mario Marazzani), capo di stato maggiore,
stato maggiore;
§
quartier
generale: 2 sezioni celeri carabinieri reali, un drappello automobilistico, un
nucleo movimento stradale, un gruppo fotocinematogtafico, un ufficio posta
militare;
§
3° reggimento
bersaglieri su: comando e compagnia comando, 3 battaglioni bersaglieri
autotrasportati, 2 compagnie motociclisti, un autoreparto leggero;
§
2 compagnie
cannoni controcarro da 47/32;
§
reggimento Savoia
cavalleria su: comandante, comando e squadrone comando, 2 gruppi squadroni (su:
comando, 2 squadroni cavalieri o lancieri), uno squadrone mitraglieri;
§
reggimento
Lancieri di Novara su: comandante, comando e squadrone comando, 2 gruppi
squadroni (su: comando, 2 squadroni cavalieri o lancieri), uno squadrone
mitraglieri;
§
2 batterie contraerei
cannoni-mitragliere da 20 mm
mod. 35;
§
3° reggimento
artiglieria a cavallo su: comandante, comando, reparto comando, 3 gruppi di
artiglieria ippotrainata su 2 batterie cannoni da 75/27 mod. 1912;
§
gruppo carri
veloci San Giorgio;
§
una compagnia
genio per divisione celere;
§
una compagnia
genio radiotelegrafisti per divisione celere;
§
servizi: una
sezione sanità, 4 ospedali da campo, un nucleo chirurgico, una sezione
sussistenza, una squadra panettieri con forni rotabili, un autoreparto misto.
Totale del C.S.I.R.:
§
62 000 uomini;
§
17 battaglioni
fucilieri (12 di fanteria, 3 bersaglieri, 2 camicie nere);
§
7 battaglioni
armi di accompagnamento;
§
14 compagnie
autonome (2 motociclisti, 4 mortai da 81, 8 da 47/32);
§
un battaglione
guastatori;
§
10 squadroni di
cavalleria (8 cavalieri, 2 mitraglieri);
§
4 squadroni carri
L (61 carri);
§
14 gruppi di
artiglieria (3 da 105/32 con 36 pezzi, 2 da 100/17 con 24 pezzi, 7 da 75/27 con
72 pezzi, 2 da 75/46 con 32 pezzi);
§
10 batterie
autonome (2 da 65/17 con 8 pezzi, 8 da 20 mm con 64 pezzi);
§
4 battaglioni del
genio (1 artieri, 1 collegamenti, 2 pontieri);
§
6 compagnie
autonome del genio (3 artieri, 3 telemarconisti);
§
un battaglione
chimico;
§
servizi: 30
ospedali da campo, 4 sezioni sanità, 2 ambulanze radiologiche, una ambulanza
odontoiatrica, 3 nuclei chirurgici; 2 sezioni bonifica gassati, una sezione
disinfezione, un laboratorio chimico batteriologico tossicologico con centro
antirabbico, 6 sezioni sussistenza, una sezione panettieri con forni, 5 squadre
panettieri con forni, 2 infermerie quadrupedi, un reparto salmerie, 14
autoreparti pesanti, 2 autoreparti misti, un autoreparto leggero, un
autoreparto ambulanze, 2 officine mobili pesanti, 5 nuclei soccorso stradale,
un reparto soccorso stradale, un battaglione movimento stradale, una centuria
della milizia della strada, 3 nuclei movimento stradale, 3 autofficine, un
comando tappa speciale, 2 comandi tappa principali, 3 comandi tappa secondari,
6 uffici tappa principali, 3 battaglioni territoriali mobili, una compagnia
presidiaria, un gruppo lavoratori, 5 uffici postali.
Alcune delle unità suddette, particolarmente dei
servizi, affluirono in Russia successivamente al grosso del C.S.I.R. L'intendenza
speciale del C.S.I.R. allestì, inoltre, gradatamente centri logistici
comprendenti magazzini (o frazioni di magazzino) per i servizi di sanità,
commissariato, artiglieria, genio, automobilistico.
giovedì 11 gennaio 2018
L'Esercito Italiano del 1914. Il Corpo d'Armata e la Divisione
Secondo la concezione relativa all'Armata (vds post precedente), il corpo d’armata, che era stato fino ad allora la grande
unità base degli eserciti europei, doveva conservare tutte le armi e gli organi
necessari per assicurare il combattimento e la vita dei suoi vari elementi
costitutivi entro determinati limiti di spazio e di tempo meno ampi di quelli
dell’armata della quale finiva per costituire una delle grandi pedine. Nel
1914 il corpo d’armata tipico era
costituito, quasi presso tutti gli eserciti
di due divisioni di fanteria e di un numero organico di vario di unità
suppletive, almeno un reggimento di artiglieria da campagna, unità di
cavalleria, del genio, sanitarie, dei servizi, telegrafisti, ciclisti, aerostieri
ecc.
Il
Regio esercito si era adeguato a queste concezioni ed adottò il tipo comune di
corpo d’armata solo per 5 di essi (VII,VIII,IX,X, e XII) dei corpi mobilitati,
mentre ne costituì 8 su tre divisioni (I, II, III, V, VI, XI, XIII, XIV) ed
uno, il IV, su quattro divisioni. Delle tre divisioni del VI e dell’X Corpo
d’Armata due erano di fanteria ed 1 di cavalleria, delle quattro del IV Corpo
d’Armata, tre erano di fanteria di linea ed una di bersaglieri, mentre le due
divisioni di cavalleria (3a e 4a) rimasero a disposizione del Comando Supremo
non inquadrate in nessun corpo d’armata.[1]
La
divisione di fanteria italiana, la cui formazione di pace e di guerra
coincidevano, era costituita su due brigate di due reggimenti ciascuna. Ogni
reggimento su tre battaglioni ciascuno su quattro compagnie ed una sezione
mitragliatrici. All’atto della mobilitazione ad ogni divisione di fanteria fu
assegnata una compagnia zappatori del genio. Questa costituzione era pressoché
uguale a quella francese e simile nella articolazione a quella austro-ungarica,
mentre era alquanto diversa da quella tedesca.[2]
La divisione francese e tedesca avevano in organico, in misura diversa, unità
di cavalleria che mancavano
nell’ordinamento nell’ordinamento della divisione italiana. L’ordinamento
tattico dell’Esercito italiano non prevedeva l’assegnazione organica di unità
di cavalleria né ai corpi d’armata né alle divisioni ; i Capi di Stato
Maggiore dell’Esercito che si erano
succediti erano stati propensi all’assegnazione a ragion veduta piuttosto che a
quella organica sia per motivi di economia che di impiego, ma all’atto pratico
i 14 reggimenti non inquadrati nelle quattro divisioni di cavalleria finirono
per essere assegnati nella misura di uno per corpo d’armata.
La
divisione di cavalleria italiana era costituita da due brigate, ciascuna su due
reggimenti di cavalleria su cinque squadroni e di un gruppo di artiglieria a
cavallo su due batterie di quattro pezzi. La divisione francese era su tre
brigate[3] così come quella tedesca[4],
mentre quella austro-ungarica era su 2 reggimenti di sei squadroni ed un gruppo
ciclisti; una divisione di artiglieria a cavallo, su tre batterie su sei
pezzi. La più potente, manovriera ed
autosufficiente era senza dubbio quella tedesca , nel cui ambito l’impiego
congiunto di cavalleria e cacciatori garantiva varietà di procedimenti maggiore
di quella delle altre divisioni, il cui ordinamento era inteso al prevalente
impiego del combattimento a cavallo.
L’ordinamento
tattico italiano comprendeva, inoltre i Corpi dei bersaglieri e degli alpini o
truppe da montagna. Bersaglieri ed alpini costituivano unità di particolare
capacità operativa. I bersaglieri contavano su 12 reggimenti con 46 battaglioni
a piedi e 12 ciclisti. Quattro reggimenti, riuniti in due brigate (6° e 9°, 11°
e 12°) costituivano la Divisione bersaglieri, otto vennero assegnati ai corpi
d’armata come truppe suppletive. Gli alpini contavano su otto reggimenti,
riuniti in tre brigate, tre reggimenti di artiglieria da montagna, con 52
battaglioni e 14 gruppi, vennero distribuiti a vari corpi d’armata ed in parte
costituirono un settore difensivo a sé stante, il settore Carnia, alle dirette
dipendenze del Comando Supremo.
Dall’esame
comparativo dei vari ordinamenti tattici, si rileva che quello italiano era
ispirato agli stessi criteri-guida degli altri, che le stesse differenze erano
dettate più da motivi pratici che non dottrinari e che per il resto tutto
dipendeva dalla minore disponibilità di personale e di mezzi conseguente dalle
diverse condizioni di risorse umane e finanziarie.
La
divisione di fanteria italiana era debole. Primariamente per la scelta di non assegnare
in modo organico una unità di cavalleria, sia pure modesta, come nell’esercito
francese, sarebbe stata quanto mai opportuna sia per garantire in proprio
l’esplorazione ed indirettamente la sicurezza sia per aumentare la possibilità
di manovra e completarne la fisionomia di grande unità pluriarma, come avevano
fatto tutti gli eserciti europei sull’esempio di quello tedesco dopo la
campagna del 1870-1871.
Non
vi è la controprova sul campo con divisioni di fanteria aventi in proprio unità di cavalleria, ma il
fatto che la divisione di fanteria italiana, debole di artiglieria, fosse
altresì priva di un elemento di cui disponevano le divisioni di tutti gli altri
eserciti, indipendentemente dai terreni di impiego, diminuiva ulteriormente la
capacità operativa della grande unità.
Dall’insufficienza
finanziaria e di quadrupedi dipendeva, invece, il valore nel modesto rapporto
tra la fanteria e le altre armi, ed in
particolare, la cavalleria. [5]
Le
formazioni di guerra delle brigate, dei reggimenti, dei battaglioni e delle compagnie
rimasero quelli fissati a suo tempo dal generale Ricotti.
[1] L’Austria-Ungheria aveva mobilitato nel
1914 i corpi d’armata in Galizia su tre divisioni e quelli sul fronte serbo su
due divisioni, oltre alle truppe suppletive.
[2] La divisione tedesca comprendeva due
brigate di 2 reggimenti su tre battaglioni
ciascuno su quattro compagnie ed una compagnia mitragliatrici; una brigata di
artiglieria campale, con 54 cannoni da 77 e 12 obici campali leggeri, un
reggimento di cavalleria ed una o due compagnie di sanità.
[3] Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro
squadroni ed un gruppo ciclisti; una brigata di artiglieria a cavallo, su due
batterie su quattro pezzi ed un gruppo ciclisti; un distaccamento telegrafisti.
[4] Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro
squadroni; una gruppo di artiglieria a cavallo, su due batterie su sei pezzi;
uno o due o tre battaglioni cacciatori, su quattro compagnie, una compagnia
ciclisti; una compagnia mitraglieri su sei armi; un distaccamento pionieri ed
un distaccamento radiotelegrafisti.
[5] Esercito italiano: 158 reggimenti di
fanteria di linea e bersaglieri rispetto a 30
reggimenti di cavalleria;
Esercito francese: 173 reggimenti di
fanteria 31 battaglioni cacciatori a piedi
rispetto a 91 reggimenti di cavalleria;
Esercito tedesco: 217 reggimenti di
fanteria e 18 battaglioni cacciatori rispetto a
110 reggimenti di cavalleria;
Esercito austro-ungarico: 182 reggimenti di
fanteria rispetto a 91 reggimenti di
cavalleria;
massimo coltrinari
Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org.
martedì 9 gennaio 2018
mercoledì 3 gennaio 2018
Esercito Italiano 1914. Ordinamento. L'Armata.
L’Esercito
italiano, pur con queste grosse deficienze, aveva un ordinamento tattico
analogo a quello degli altri eserciti europei; le differenze erano minime e si
riferivamo a dettagli o a concessioni alla tradizione ed allo spirito di corpo.
L’Esercito italiano che nella guerra del 1866 aveva assunto una articolazione
delle forze pressoché assurda, si era adeguato al modello tedesco e già il primo
Capo di Stato Maggiore, nel 1882, gen. Cosenz aveva previsto l’articolazione in
armate. L’ordinamento prevedeva quattro armate ed un corpo speciale.
L’armata
venne concepita come grande unità mista con composizione variabile in ragione
della natura delle operazioni , dell’importanza dello scopo strategico da
conseguire comune a tutto l’esercito e di quello tattico particolare
dell’armata, del raggruppamento ed entità delle forze avversarie,
dell’estensione, natura e conformazione del terreno di impiego e del complesso
degli altri fattori che intervengono nella definizione ordinativa di tutti i raggruppamenti di forze. Si ebbero
così armate su due copri d’armata e armate su tre copri d’armata con dosatura
di truppe suppletive assai diverse per entità e specie.
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Ufficiali generali allo studio di una carta geografica |
L’armata
consentiva, dunque, un razionale frazionamento della massa, il decentramento
del comando, l’autonomia di azione dell’insieme, la reale efficienza operativa
delle proprie forze in armonia con i mezzi di lotta assegnati e con i compiti
affidati, la combinazione varia e pronta di sforzi in relazione alle mutevoli
vicissitudini della lotta e, infine, il sostentamento rapido e sicuro di qualsiasi momento della vita e
del combattimento delle unità costitutive. . Grande unità tattica e logistica
si frazionava in aliquote minori capaci di marciare e vivere e combattere in
autonomia, costituite perciò in tutte le armi, di elementi tecnici e di
organi completi di vita, i corpi d’armata, i quali a loro volta
si frazionavano in cellule, nelle quali permanevano associati i vari elementi
di forza, anch’esse provviste di vita propria ma antro i limiti dell’organismo
del quale erano parte, le divisioni,
e successivamente in cellule minori omogenee, brigate, reggimenti, battaglioni, sprovviste di propria autonomia
operativa.
info e contatti:
massimo coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro .org)
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