Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola

Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario
Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina

La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)

giovedì 11 gennaio 2018

L'Esercito Italiano del 1914. Il Corpo d'Armata e la Divisione





Secondo la concezione relativa all'Armata (vds post precedente), il corpo d’armata, che era stato fino ad allora la grande unità base degli eserciti europei, doveva conservare tutte le armi e gli organi necessari per assicurare il combattimento e la vita dei suoi vari elementi costitutivi entro determinati limiti di spazio e di tempo meno ampi di quelli dell’armata della quale finiva per costituire una delle grandi pedine. Nel 1914  il corpo d’armata tipico era costituito, quasi presso tutti gli eserciti  di due divisioni di fanteria e di un numero organico di vario di unità suppletive, almeno un reggimento di artiglieria da campagna, unità di cavalleria, del genio, sanitarie, dei servizi, telegrafisti, ciclisti, aerostieri ecc.

Il Regio esercito si era adeguato a queste concezioni ed adottò il tipo comune di corpo d’armata solo per 5 di essi (VII,VIII,IX,X, e XII) dei corpi mobilitati, mentre ne costituì 8 su tre divisioni (I, II, III, V, VI, XI, XIII, XIV) ed uno, il IV, su quattro divisioni. Delle tre divisioni del VI e dell’X Corpo d’Armata due erano di fanteria ed 1 di cavalleria, delle quattro del IV Corpo d’Armata, tre erano di fanteria di linea ed una di bersaglieri, mentre le due divisioni di cavalleria (3a e 4a) rimasero a disposizione del Comando Supremo non inquadrate in nessun corpo d’armata.[1]


La divisione di fanteria italiana, la cui formazione di pace e di guerra coincidevano, era costituita su due brigate di due reggimenti ciascuna. Ogni reggimento su tre battaglioni ciascuno su quattro compagnie ed una sezione mitragliatrici. All’atto della mobilitazione ad ogni divisione di fanteria fu assegnata una compagnia zappatori del genio. Questa costituzione era pressoché uguale a quella francese e simile nella articolazione a quella austro-ungarica, mentre era alquanto diversa da quella tedesca.[2] La divisione francese e tedesca avevano in organico, in misura diversa, unità di cavalleria  che mancavano nell’ordinamento nell’ordinamento della divisione italiana. L’ordinamento tattico dell’Esercito italiano non prevedeva l’assegnazione organica di unità di cavalleria né ai corpi d’armata né alle divisioni ; i Capi di Stato Maggiore  dell’Esercito che si erano succediti erano stati propensi all’assegnazione a ragion veduta piuttosto che a quella organica sia per motivi di economia che di impiego, ma all’atto pratico i 14 reggimenti non inquadrati nelle quattro divisioni di cavalleria finirono per essere assegnati nella misura di uno per corpo d’armata.

La divisione di cavalleria italiana era costituita da due brigate, ciascuna su due reggimenti di cavalleria su cinque squadroni e di un gruppo di artiglieria a cavallo su due batterie di quattro pezzi. La divisione francese era su tre brigate[3]  così come quella tedesca[4], mentre quella austro-ungarica era su 2 reggimenti di sei squadroni ed un gruppo ciclisti; una divisione di artiglieria a cavallo, su tre batterie su sei pezzi.  La più potente, manovriera ed autosufficiente era senza dubbio quella tedesca , nel cui ambito l’impiego congiunto di cavalleria e cacciatori garantiva varietà di procedimenti maggiore di quella delle altre divisioni, il cui ordinamento era inteso al prevalente impiego del combattimento a cavallo.

L’ordinamento tattico italiano comprendeva, inoltre i Corpi dei bersaglieri e degli alpini o truppe da montagna. Bersaglieri ed alpini costituivano unità di particolare capacità operativa. I bersaglieri contavano su 12 reggimenti con 46 battaglioni a piedi e 12 ciclisti. Quattro reggimenti, riuniti in due brigate (6° e 9°, 11° e 12°) costituivano la Divisione bersaglieri, otto vennero assegnati ai corpi d’armata come truppe suppletive. Gli alpini contavano su otto reggimenti, riuniti in tre brigate, tre reggimenti di artiglieria da montagna, con 52 battaglioni e 14 gruppi, vennero distribuiti a vari corpi d’armata ed in parte costituirono un settore difensivo a sé stante, il settore Carnia, alle dirette dipendenze del Comando Supremo.

Dall’esame comparativo dei vari ordinamenti tattici, si rileva che quello italiano era ispirato agli stessi criteri-guida degli altri, che le stesse differenze erano dettate più da motivi pratici che non dottrinari e che per il resto tutto dipendeva dalla minore disponibilità di personale e di mezzi conseguente dalle diverse condizioni di risorse umane e finanziarie.
La divisione di fanteria italiana era debole. Primariamente per la scelta di non assegnare in modo organico una unità di cavalleria, sia pure modesta, come nell’esercito francese, sarebbe stata quanto mai opportuna sia per garantire in proprio l’esplorazione ed indirettamente la sicurezza sia per aumentare la possibilità di manovra e completarne la fisionomia di grande unità pluriarma, come avevano fatto tutti gli eserciti europei sull’esempio di quello tedesco dopo la campagna del 1870-1871.
Non vi è la controprova sul campo con divisioni di fanteria  aventi in proprio unità di cavalleria, ma il fatto che la divisione di fanteria italiana, debole di artiglieria, fosse altresì priva di un elemento di cui disponevano le divisioni di tutti gli altri eserciti, indipendentemente dai terreni di impiego, diminuiva ulteriormente la capacità operativa della grande unità.

Dall’insufficienza finanziaria e di quadrupedi dipendeva, invece, il valore nel modesto rapporto tra la fanteria  e le altre armi, ed in particolare, la cavalleria. [5]
Le formazioni di guerra delle brigate, dei reggimenti, dei battaglioni e delle compagnie rimasero quelli fissati a suo tempo dal generale Ricotti.


[1]        L’Austria-Ungheria aveva mobilitato nel 1914 i corpi d’armata in Galizia su tre divisioni e quelli sul fronte serbo su due divisioni, oltre alle truppe suppletive.
[2]        La divisione tedesca comprendeva due brigate  di 2 reggimenti su tre battaglioni ciascuno su quattro compagnie ed una compagnia mitragliatrici; una brigata di artiglieria campale, con 54 cannoni da 77 e 12 obici campali leggeri, un reggimento di cavalleria ed una o due compagnie di sanità.
[3]        Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro squadroni ed un gruppo ciclisti; una brigata di artiglieria a cavallo, su due batterie su quattro pezzi ed un gruppo ciclisti; un distaccamento telegrafisti.
[4]        Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro squadroni; una gruppo di artiglieria a cavallo, su due batterie su sei pezzi; uno o due o tre battaglioni cacciatori, su quattro compagnie, una compagnia ciclisti; una compagnia mitraglieri su sei armi; un distaccamento pionieri ed un distaccamento radiotelegrafisti.
[5]        Esercito italiano: 158 reggimenti di fanteria di linea e bersaglieri rispetto a 30
             reggimenti di cavalleria;
             Esercito francese: 173 reggimenti di fanteria 31 battaglioni cacciatori a piedi
             rispetto a 91 reggimenti di cavalleria;
             Esercito tedesco: 217 reggimenti di fanteria e 18 battaglioni cacciatori rispetto a
             110 reggimenti di cavalleria;
             Esercito austro-ungarico: 182 reggimenti di fanteria rispetto a 91 reggimenti di
             cavalleria; 
          

massimo coltrinari
Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org.

Nessun commento:

Posta un commento