Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola

Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario
Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina

La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)

lunedì 15 luglio 2013

Corpo Italiano di Liberazione: L'ambiente operativo

Nell’inverno tra il 1943 ed il 1944 la situazione si era pressoché cristallizzata, tuttavia in quel periodo furono gettate le basi per la massiccia offensiva della successiva primavera da parte degli alleati e particolare enfasi fu data sia all’addestramento delle truppe che agli approntamenti logistici.
Nonostante fossero state prese adeguate misure al fine di mantenere il più assoluto segreto, il comando tedesco aveva previsto l’imminente offensiva alleata ed aveva provveduto ad organizzare una serie di linee difensive
L’ambiente operativo, all’interno del quale furono inquadrate le operazioni del CIL, è diviso nelle seguenti zone:
-          le Mainarde;
-          il settore Adriatico
Nel ambito del sottotema assegnato, il compito del presente elaborato è quello di fornire le informazioni sull’ambiente operativo, allo scopo di contribuire allo sviluppo del più ampio elaborato di gruppo.
Nella trattazione sopra esposta, lo scritto si limiterà alla descrizione del settore Mainarde.
La zona delle Mainarde è una catena montuosa di pianta approssimativamente triangolare, particolarmente aspra ed impervia, delimitata nel settore sud-ovest dal paese di S. Biagio Saracinisco, nel settore sud-est dal paese di Castelnuovo e nel settore nord dal rilevo denominato Monte a Mare, da non confondere con Monte Mare che si trova nel settore sud delle Mainarde, prospiciente a Monte Marrone.
La zona, nella catena delle Mainarde, all’interno della quale il C.I.L. doveva operare, nell’ambito dell’offensiva di fine maggio 1944, era costituita da tre settori: Rio Chiaro, Monte Marrone e Monte Rocchetta. Di questi tre settori monte Marrone era quello centrale, destinato a svolgere l’azione principale di penetrazione mentre ai due settori laterali era riservata una semplice azione di sondaggio e fiancheggiamento tattile.
L’orientamento operativo entro cui si trovava ad operare il C.I.L. era quello di mantenere il nemico ingaggiato sulla zona delle Mainarde allo scopo di indurlo a ritenere che l’attacco si sarebbe sviluppato in direzione di Atina e di impedire che questi si riorganizzasse nella zona della massiccia offensiva alleata.
Il settore prescelto per l’azione principale corrispondeva ad una delle zone di terreno montagnoso particolarmente elevata aspra e difficile e quindi si pensava fosse l’ambiente più adatto all’impiego delle unità del C.I.L. le quali, pur non essendo adeguatamente motorizzate, come lo erano invece le unità americane, avevano però il vantaggio di essere ben allenate a manovrare su terreni impervi e ad agire svincolati dalla rete stradale.
La zona inoltre, proprio in relazione alla sua inospitalità, era caratterizzata da scarsa densità di popolazione, con un numero esiguo di centri abitati, peraltro di non vasta estensione.
Parimenti scarse erano le vie di comunicazione ed i collegamenti stradali, pertanto uno dei principali problemi che il C.I.L. dovette affrontare fu l’approvvigionamento ed il rifornimento logistico.
Allo scopo di risolvere detto problema, come d’altronde sembrava ovvio, fu fatto largo uso di viveri a secco, meno deteriorabili, per limitare pesi e ingombri dei vettovagliamenti.
Altrettanto largo uso fu fatto delle salmerie, unici mezzi atti a muoversi su terreni impervi e fuori dalle reti viarie.
Il X Corpo britannico, alle cui dipendenze si trovava il C.I.L., manifestò l’orientamento a svolgere azioni offensive nella zona di Monte Mare e Monte Cavallo e fu richiesto al suo comandante di preparare i piani d’azione e comunicare di quanti reparti avesse bisogno.
Più tardi, in relazione all’attacco in corso nel settore di Cassino, venne disposto che il C.I.L. svolgesse un’azione offensiva su Picinisco partendo dalla zona di Monte Mare-Colle Altare con attacco in forze su Monte Cavallo e Balzo della Cicogna.
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In relazione a quanto sopra, il comandante del C.I.L. non riteneva possibile un’azione frontale contro Monte Cavallo a causa delle pesanti avversità del terreno, si doveva quindi prevedere un aggiramento da nord tramite Balzo della Cicogna e Regione Laganello. L’assalto da tale direzione però, presupponeva il possesso della cresta Monte Mare-Colle Altare come base di partenza di fuoco pesante ed era inoltre richiesto il concorso di fuoco d’artiglieria del settore neo-zelandese.
Il terreno è nell’insieme montagnoso, particolarmente tormentato verso ovest.
Vi sono tratti aspri e difficili con depressioni entro cui scorrono torrenti convoglianti le acque di diversi canaloni.
I rilievi hanno prevalente orientamento da sud-est a nord-ovest, al quale generalmente corrisponde anche quello delle depressioni.
Nel settore vi sono infatti due allineamenti montani entrambi con andamento generale da sud-est a nord-ovest:
-          uno va da Monte Castelnuovo (1250 mt.) a Monte S. Michele (1171 mt.), Monte Mattone (1521 mt.), Monte la Rocca (1590 mt.), la Montagnola (1570 mt.);
-          l’altro va dalla catenella delle Mainarde (1806 mt.) a Monte Mare (2021 mt.), Colle dell’Altare (1991 mt.), Monte a Mare (2167 mt.), la meticcia (2114 mt.).
Saldati a sud attraverso il massiccio di Monte Marrone (1770 mt.), questi due allineamenti rinserrano nel mezzo un avvallamento detto appunto Valle di Mezzo su cui scorrono torrenti e rivoli in senso equatoriale.
Più ad ovest i rilievi aspri di Porcazzete (1664 mt.), Monte Cavallo (2070 mt.) e Balzo della Cicogna (1811 mt.) rientrano nei limiti marginali del Parco Nazionale d’Abruzzo e sono i rilievi più isolati di Abruzzo.
Monte Cavallo ha una posizione di rilievo rispetto alle alture circostanti e si presenta ad est come un insieme di bastioni inaccessibili, offrendo un varco solo in corrispondenza di quota 1961.
Aspro, scosceso e con pareti frequentemente ripide miste a dirupi, il monte si affaccia ad est ed a sud rispettivamente sulla Valle Venafrana e sulla Valle Monacesca.
A causa delle difficoltà del terreno pressoché insormontabili non è possibile un attacco frontale operando da sud. è possibile invece agire attraverso la Valle Monacesca o risalire l’alta Valle Venafrana per poter poi forzare il varco di quota 1961 oppure attaccare da nord.
A nord-ovest di Monte Cavallo vi sono altri due allineamenti importanti, sempre con orientamento sud-est nord-ovest:
-          uno costituito da Monte  la Meta (2241 mt.), Monte Tartaro (2181 mt.), Monte Petroso (2247 mt.), Monte Capraro (2060 mt.), Monte Amaro (1846 mt.);
-          l’altro, raccordato a Monte Mese per mezzo di Balzo di Conca-Colle S. Giacomo, è costituito da Monte Cazzole (1609 mt.), Rocca Altiera (2085 mt.), Monte Irto (1970 mt.), Colle dell’Osso (1531 mt.), Monte Dubbio (1611 mt.).
Tra i due allineamenti sono rinserrate le due valli sassose e fittamente boscose del Canneto e del Fondillo, separate tra loro dallo sbarramento di Monte Irto - Monte Petroso che costituisce una ottima posizione difensiva per chi voglia impedire l’accesso a Opi.
A nord la zona montuosa è interrotta dal solco Opi – Barrea – Alfedena sul quale scorre il fiume Sangro, spesso incassato tra fianchi ripidi e rocciosi, come  tra Opi e Barrea, o in ampio letto come da Alfedena fino verso Castel di Sangro.
Nel tratto occidentale del settore le comunicazioni sono assai scarse e disagevoli, un po’ meno nel tratto orientale, con frequenti risvolti, tra Castel S. Vincenzo, Pizzone e Alfedena.
Le risorse sono altresì limitate.

  
Nel complesso il terreno si presta molto bene ad una sistemazione difensiva e, di fatto, i tedeschi, sfruttando le favorevoli asperità, poterono mettersi in condizioni di realizzare una efficace economia delle forze ed ostacolare al tempo stesso, molto validamente, l’avanzata avversaria da sud, per la quale invece, date le caratteristiche del terreno, non vi erano larghe possibilità per svolgere azioni in profondità, mentre gravi difficoltà si presentavano in campo logistico.


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