Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola

Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario
Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina

La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)

martedì 19 settembre 2023

Hegresgeschichtliches Museum Sala Francesco Giuseppe a Sarajevo (1867 -1814) Le Sezioni

 Le 5 sezioni (campate)

 

Sezione 1: La grande vetrina alla vostra sinistra e l’altra a destra, mostrano lo ”smembramento" dell'esercito astro-ungarico. A sinistra si possono vedere le milizie territoriali di nuova formazione, quella austriaca “Landwehr” e quella ungarica Honvéd e, a destra, l'esercito comune imperial-regio (k.u.k.). Le divise dei sette manichini dell'esercito imperial-regio sono quelle adottate negli anni fra il 1878 e il 1890.  All'interno delle campate sulla destra si trova un'altra vetrina dedicata alla campagna d'occupazione del 1878 in particolare al comandante delle truppe d'occupazione in Bosnia e in  Erzegovina, Generale dell’artiglieria, Phillippovic .

 

Sezione 2: Questa parte della sala è dedicata interamente alla molteplicità che caratterizzava la monarchia austro-ungarica e soprattutto alle sue nazionalità. Nelle vetrine si affronta il tema del plurilinguismo. Inoltre si possono vedere degli oggetti dal patrimonio del Principe ereditario Rodolfo che fino al suo suicidio nel 1889 fu il presidente del consiglio di amministrazione del  Museo dell'esercito. La prossima vetrina vicino alla finestra ha per tema l'introduzione dello sci alpino in Giappone, grazie al Maggiore imperial-regio Teodoro von Lerch. Sul lato destro, si trovano, sistemati ai due lati di un ritratto dell'Imperatore Francesco Giuseppe, 34 quadri a olio di Oskar Bruch, che mostrano divise ed equipaggiamento dell'esercito Imparial-regio così com'era nel1895.

 

Sezione 3: La vetrina in mezzo alla sala è dedicata alle innovazioni nell'esercito nella seconda metà del secolo XIX. La nascita dell'aeronautica e l'introduzione sia del telefono di campo sia delle armi automatiche e della motorizzazione rivoluzionarono i mezzi di guerra. Numerosi oggetti possono essere solo mostrati tramite modelli, come il prototipo di un veicolo carrozzato fuoristrada, sviluppato dal Tenente Colonnello Gunther Burstyn e

concepito nel 1911, però mai realizzato nell’esercito imperial-regio. Le vetrine sul lato della  finestra documentano lo sviluppo delle armi da fuoco portatili e delle pistole.

 

Sezione 4: La vetrina sul lato destro è dedicata all'Imperatore Francesco Giuseppe nel ruolo di “comandante supremo" delle forze armate austro- ungariche. Segue la grande vetrina delle guardie che avevano l‘onore di proteggere il monarca. Di fronte si trovano sette manichini di grandezza naturale con le divise e l’equipaggiamento caratteristici dell'esercito imperial-regio nel periodo di poco precedente alla Prima Guerra mondiale. Si può vedere anche lo sviluppo dei copricapi, delle medaglie militari e degli ordini al merito. La sala si conclude con oggetti che dovrebbero rappresentare gli stati maggiori e il loro lavoro.

 

Sezione 5: Sarajevo: La sala è dominata da tre oggetti, cioè dall'automobile, nella quale furono assassinati l'Arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, il 28 giugno 1914 a Sarajevo, così come  - al centro - dalla casacca insanguinata dell’Arciduca e dalla chaise-longue su cui morì. In più ci sono ritratti e ricordi dell'attentato, che fu uno degli eventi più gravi per le conseguenze che ebbe sulla storia mondiale.

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