Obiettivo della Civica Galleria: La Scuola

Il Blog ha assunto nel tempo due funzioni. La prima è quella di essere espressione del Figurino Storico.
In un mondo globalizzato, lo studio della storia è sempre più indipendente pr capire le origini delle civiltà e questo è il nostro obiettivo primario
Con la denominazione "Civica Galleria del Figurino Storico" si vuole appunto sottolineare la creazione di un vero centro museale, l'unico nelle marche, sulla base di un progetto condiviso tra l'Assessorato alla Cultura del Museo di Osimo, la Società Parko spa che gestisce il trasporto pubblico locale e l'associazione Tavola Rotonda, impostato sullo stile dei grandi musei come lo Stibbert di Firenze e quello di Calenzano dove il figurino storico viene utilizzato come strumento didattico e invito allo studio della storia.
Gli obiettivi della Civica Raccolta osimana sono i medesimi, ma una attenzione particolare è rivolta alle scuole, sopratutto elementari e medie, dove lo studio dei questa materia da parte dei bambini avviene spesso in modo mnemonico; ebbene l'utilizzo del figurino storico vuole essere uno strumento didattico integrativo del libro di scuola ed il nostro locale diventare una sorta di aula didattica dove i bambini si possono appassionare a questa disciplina

La Seconda è quella di divenire lo spazio esterno del CESVAM - Centro Studi sul valore Militare dell'Istituto del Nastro Azzurro come spazio per approfondire, oltre che i temi della Uniformologia, anche quelli concernenti le scienze ausiliari della Storia, quali, oltre la Uniformologia, anche la Vessillologia, ovvero lo studio delle Bandiere, l'Araldica, i Mezzi e gli equipaggiamenti, ed il Collezionismo militare in genere ( cartoline, ecc.)

domenica 14 luglio 2013

Corpo Italiano di Liberazione: I Piani Operativi

In data 22 Marzo 1944 il Comandante del  Primo Raggruppamento Motorizzato, il Generale Utili, inviò al Comando Gruppo Nord e al comando della 5^ Divisione Polacca “Kresova” una nota sull’occupazione del Monte [i]Marrone. Utili riteneva opportuno occupare il citato Monte in quanto il controllo tedesco del medesimo comprometteva molto seriamente le condizioni di difesa del settore Castelnuovo nel settore [ii] Mainarde.  L’operazione doveva essere condotta di sorpresa con le seguenti modalità descritte dal Generale Utili “Pattuglie a ventaglio che partendo da q. 1180 e dal piede dei vari canaloni del versante orientale arrivano pressoché contemporaneamente sulla linea della cresta verso le 7 del mattino. Stabilito in cresta questo servizio di vigilanza leggera, iniziare l’ascesa da q. 1180 e da valle Petrara delle unità destinate a presidiare la posizione;nel complesso non più di 200 uomini che potrebbero installarsi sul Marrone tra le 9 e le 10 del [iii] mattino.”
Le forze previste per l’operazione erano :
·       il battaglione alpini “Piemonte”, che aveva il compito di occupare Monte Marrone;
·       il battaglione paracadutisti che doveva “assicurare il fianco destro del battaglione alpini spostando avanti la posizione di resistenza del settore Castelnuovo;
·       il XXIX battaglione bersaglieri, in riserva tra Castelnuovo e Masseria Abruzzese.
Utili prevedeva quindi “Un’occupazione dell’ala della montagna a nuclei largamente intervallati ben forniti di armi automatiche ed aggrappati il meglio possibile ai roccioni che strapiombano su Valle Petrara;
·       una sistemazione la più rapida possibile compatibilmente alla fase accessoria (mine e reticolati);
·       una attivissima osservazione vicina e lontana;
·       una efficiente organizzazione di fuochi frontali e d’[iv]infilata”.
L’operazione, originariamente prevista per il 25 marzo 1944, venne rinviata in quanto il Generale Guillaumme informò il Generale Utili, dopo avere esaminato il progetto di operazione presentato da quest’ultimo, che la medesima non poteva iniziare che in una data successiva al 27 Marzo, dopo il cambio di dipendenza che avrebbe interessato il 1° Raggruppamento Motorizzato e la presa del comando di settore da parte della 5 Divisione [v] polacca.
Avvenuto il passaggio del 1° Raggruppamento Motorizzato alle dipendenze della 5^ Divisione polacca, il 27 Marzo il 1° Raggruppamento ricevette l’istruzione segreta e personale n. 343 con la quale il Generale Sulik, Comandante della 5^ Divisione indicò le sue intenzioni e i suoi intendimenti sull’azione per occupare Monte Marrone. Sempre il 27 Marzo giunse dal comando della 5^ Divisione l’Ordine generale in cui il Generale Sulik precisava i compiti della Divisione ed il concetto di [vi]manovra.  Nell’ordine i compiti della Divisione risultavano di natura difensiva , con azioni di contrattacco da condurre solo al fine di riconquistare posizione perdute entro la linea di resistenza.
All’interno dei compiti complessivi della Divisione , il 1° Raggruppamento , responsabile del settore Mare, doveva impedire la penetrazione del nemico in direzione di Colle Altare – M. Mare – Scapoli- Colle al Volturno. Il Generale Kulik ordino l’inizio dell’azione nella notte tra il 30 ed il 31 Marzo,   raccomandando “sorpresa e massima [vii]segretezza”. Il 1° Raggruppamento doveva occupare Monte Marrone e successivamente il Generale Utili avrebbe valutato, in caso di situazione favorevole, se occupare Monte Mare, senza però l’obbligo di tenerlo ad ogni costo come parte del sistema [viii]difensivo.
Dopo 48 ore dall’occupazione di Monte Marrone, il 1° Raggruppamento doveva poi assumere la difesa delle Mainarde, sostituendo a quota 1478 il 13 battaglione della fanteria [ix] polacca. Il  Generale Utili affermò nelle sue memorie che da parte del Comandante della Divisione Polacca non erano state sollevate obiezioni al suo piano, che gli era stata lasciata libertà d’azione e che gli sarebbe  stato fornito tutto l’aiuto [x]possibile.
Il 28 Marzo il comandante della Fanteria del Raggruppamento emanò l’ordine d’operazione n 395 concernente l’occupazione di Monte Marrone. Il battaglione Piemonte avrebbe dato corso all’occupazione con un movimento del grosso che doveva essere proceduto “da elementi esploranti alleggeriti che procedendo rapidamente sulla linea di cresta , avrebbero protetto il successivo movimento di scaglioni arretrati dalle dirette offese avversarie;” l’occupazione della linea di cresta doveva avere “carattere nucleare in corrispondenza dei punti più forti, più delicati, di maggiore dominio e di più vasto campo di osservazione e di tiro sul versante occidentale del Monte [xi]Marrone.” Il Colonello Fucci inoltre raccomandò che sulla linea di cresta tra i primi materiali affluisssero "gabbioni,matasse di filo spinato, mine a strappo, talchè prima di sera sia già stato dato soddisfacente sviluppo allo stendi mento di reticolati e dei campi di mine (a non meno di 50 metri dalle postazioni delle armi), siano messe in opera molte bombe a mano in funzione di mine”.I predetti appostamenti difensivi servivano a quella che era definita da Fucci una “posizione di resistenza che doveva essere tenuta ad oni costo contro eventuali azioni avversarie”Il battaglione  Piemonte doveva “strettamente collegarsi tatticamente con l’occupazione italo-polacca delle Mainarde (q.1478)  e con l’occupazione di q 1344  del CLXXXV Btg Paracadutisti;infine con l’occupazione arretrata di q 1180 che resta alle dipendenze tattiche del XXIX btg. [xii]Bersaglieri”.
Il Comandante del Corpo Italiano ed il Comandante della divisione “Kresova”, considerata la resistenza opposta dai tedeschi, si riunirono il 07 luglio 1944 e concordarono che l’attacco su Filottrano si sarebbe svolto con queste modalità:
·       l’attacco su Filottrano sarebbe stato eseguito con una manovra che avrebbe esercitato lo sforzo maggiore da est sulla destra , in corrispondenza della direttrice Villanova – Filottrano ed appoggiare tale sforzo con un attacco concomitante da sud;
·       l’azione sarebbe stata effettuata dall’intera divisione “Nembo” articolata in due colonne e una riserva;
·       la colonna di destra, la più forte, costituita dal 183° Reggimento di fanteria paracadutista col XV battaglione in I° scaglione e il XVI battaglione in 2° scaglione avrebbero attaccato da est a cavallo della rotabile Imbrecciata – Filiottrano;
·       la colonna di sinistra costituita dal XII battaglione paracadutisti del 184° Reggimento fanteria avrebbe condotto un’azione sussidiaria attaccando Filottrano da Sud a cavallo della rotabile Imbrecciata – Filottrano;
·       riserva divisionale , costituita dal CLXXXIV battaglione guastatori e dal XIV battaglione paracadutisti del 184° reggimento fanteria , avrebbe gravitato verso la destra dove si sarebbe svolto l’attacco principale;
·       l’attacco sarebbe iniziato alle ore 07.00 del giorno seguente , dopo un’ora di preparazione [xiii]d’artiglieria.
L’attacco sarebbe stato appoggiato come segue:
·       il I gruppo da 75/27 e il gruppo da 100/22 del 184° reggimento artiglieria “Nembo” avrebbe appoggiato la colonna di destra;
·       il IV gruppo da 75/18 dell’11° reggimento artiglieria avrebbe appoggiato la colonna di sinistra;
·       il I gruppo da 105/28 , il II da 100/22 e III gruppo da 75/18 dell’ 11 reggimento artiglieria, schierati rispettivamente sul costone S.Antonio del Forone, nella zona di C.Staffolani e in quella di C.Antonini, e il CLXVI gruppo da 149/19 avrebbero costituito “artiglieria massa di manovra”, assumendo come direttrice di tiro “quella determinata dall’ambito di Filottrano”.
·       l’artiglieria polacca avrebbe dato il suo appoggio all’azione ed era previsto il concorso di carri armati pesanti della 5^ [xiv]divisione.
Il Comandante del C.I.L. inoltre per evitare che la sinistra della Divisione  “Nembo” restasse scoperta , dispose che la 1^ brigata facesse ancora uno sforzo “per passare con la sua testa di colonna il torrente Monocchia e  spingersi il più avanti possibile direzione Appignano – Molino Campo di Bove” per assicurare il fianco sinistro della divisione “Nembo” ad ovest della rotabile Macerata – Filottrano – [xv]Iesi.




[i] Vedi Conti G. “ Il primo Raggruppamento Motorizzato “SME Ufficio Storico 1984 p.182.
[ii] Vedi Conti G.  “ Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 pp.182-183.

[iii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 183.
[iv] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 183.

[v] Vedi Conti G  “ Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p.184.
[vi] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 184.

[vii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 184.

[viii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 185.

[ix] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 186.

[x] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 186.

[xi] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 187.

[xii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p. 187.


[xiii] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME Ufficio Storico 1950 p.107.
[xiv] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME Ufficio Storico 1950 pp.107 -108
[xv] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME Ufficio Storico 1950 p.108

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