In data 22 Marzo 1944 il Comandante del
Primo Raggruppamento Motorizzato, il Generale Utili, inviò al Comando
Gruppo Nord e al comando della 5^ Divisione Polacca “Kresova” una nota
sull’occupazione del Monte [i]Marrone. Utili
riteneva opportuno occupare il citato Monte in quanto il controllo tedesco del
medesimo comprometteva molto seriamente le condizioni di difesa del settore
Castelnuovo nel settore [ii] Mainarde. L’operazione doveva essere condotta di
sorpresa con le seguenti modalità descritte dal Generale Utili “Pattuglie a
ventaglio che partendo da q. 1180 e dal piede dei vari canaloni del versante
orientale arrivano pressoché contemporaneamente sulla linea della cresta verso
le 7 del mattino. Stabilito in cresta questo servizio di vigilanza leggera,
iniziare l’ascesa da q. 1180 e da valle Petrara delle unità destinate a
presidiare la posizione;nel complesso non più di 200 uomini che potrebbero
installarsi sul Marrone tra le 9 e le 10 del [iii] mattino.”
Le forze
previste per l’operazione erano :
·
il battaglione alpini “Piemonte”, che aveva il
compito di occupare Monte Marrone;
·
il battaglione paracadutisti che doveva “assicurare
il fianco destro del battaglione alpini spostando avanti la posizione di resistenza
del settore Castelnuovo;
·
il XXIX battaglione bersaglieri, in riserva
tra Castelnuovo e Masseria Abruzzese.
Utili
prevedeva quindi “Un’occupazione dell’ala della montagna a nuclei largamente
intervallati ben forniti di armi automatiche ed aggrappati il meglio possibile
ai roccioni che strapiombano su Valle Petrara;
·
una sistemazione la più rapida possibile
compatibilmente alla fase accessoria (mine e reticolati);
·
una attivissima osservazione vicina e
lontana;
·
una efficiente organizzazione di fuochi frontali
e d’[iv]infilata”.
L’operazione,
originariamente prevista per il 25 marzo 1944, venne rinviata in quanto il
Generale Guillaumme informò il Generale Utili, dopo avere esaminato il progetto
di operazione presentato da quest’ultimo, che la medesima non poteva iniziare
che in una data successiva al 27 Marzo, dopo il cambio di dipendenza che
avrebbe interessato il 1° Raggruppamento Motorizzato e la presa del comando di
settore da parte della 5 Divisione [v] polacca.
Avvenuto il
passaggio del 1° Raggruppamento Motorizzato alle dipendenze della 5^ Divisione
polacca, il 27 Marzo il 1° Raggruppamento ricevette l’istruzione segreta e
personale n. 343 con la quale il Generale Sulik, Comandante della 5^ Divisione
indicò le sue intenzioni e i suoi intendimenti sull’azione per occupare Monte
Marrone. Sempre il 27 Marzo giunse dal comando della 5^ Divisione l’Ordine
generale in cui il Generale Sulik precisava i compiti della Divisione ed il
concetto di [vi]manovra. Nell’ordine i compiti della Divisione
risultavano di natura difensiva , con azioni di contrattacco da condurre solo
al fine di riconquistare posizione perdute entro la linea di resistenza.
All’interno
dei compiti complessivi della Divisione , il 1° Raggruppamento , responsabile
del settore Mare, doveva impedire la penetrazione del nemico in direzione di
Colle Altare – M. Mare – Scapoli- Colle al Volturno. Il Generale Kulik ordino
l’inizio dell’azione nella notte tra il 30 ed il 31 Marzo, raccomandando “sorpresa e massima [vii]segretezza”. Il
1° Raggruppamento doveva occupare Monte Marrone e successivamente il Generale
Utili avrebbe valutato, in caso di situazione favorevole, se occupare Monte
Mare, senza però l’obbligo di tenerlo ad ogni costo come parte del sistema [viii]difensivo.
Dopo 48 ore
dall’occupazione di Monte Marrone, il 1° Raggruppamento doveva poi assumere la
difesa delle Mainarde, sostituendo a quota 1478 il 13 battaglione della
fanteria [ix] polacca. Il Generale Utili affermò nelle sue memorie che
da parte del Comandante della Divisione Polacca non erano state sollevate
obiezioni al suo piano, che gli era stata lasciata libertà d’azione e che gli
sarebbe stato fornito tutto l’aiuto [x]possibile.
Il 28 Marzo
il comandante della Fanteria del Raggruppamento emanò l’ordine d’operazione n
395 concernente l’occupazione di Monte Marrone. Il battaglione Piemonte avrebbe
dato corso all’occupazione con un movimento del grosso che doveva essere proceduto “da
elementi esploranti alleggeriti che procedendo rapidamente sulla linea di
cresta , avrebbero protetto il successivo movimento di scaglioni arretrati
dalle dirette offese avversarie;” l’occupazione della linea di cresta doveva
avere “carattere nucleare in
corrispondenza dei punti più forti, più delicati, di maggiore dominio e di più
vasto campo di osservazione e di tiro sul versante occidentale del Monte [xi]Marrone.” Il Colonello Fucci inoltre
raccomandò che sulla linea di cresta tra i primi materiali affluisssero "gabbioni,matasse di filo spinato, mine a
strappo, talchè prima di sera sia già stato dato soddisfacente sviluppo allo
stendi mento di reticolati e dei campi di mine (a non meno di 50 metri dalle
postazioni delle armi), siano messe in opera molte bombe a mano in funzione di
mine”.I predetti appostamenti difensivi servivano a quella che era definita
da Fucci una “posizione di resistenza che
doveva essere tenuta ad oni costo contro eventuali azioni avversarie”Il
battaglione Piemonte doveva “strettamente collegarsi tatticamente con
l’occupazione italo-polacca delle Mainarde (q.1478) e con l’occupazione di q 1344 del CLXXXV Btg Paracadutisti;infine con
l’occupazione arretrata di q 1180 che resta alle dipendenze tattiche del XXIX
btg. [xii]Bersaglieri”.
Il Comandante del Corpo Italiano ed il Comandante della divisione
“Kresova”, considerata la resistenza opposta dai tedeschi, si riunirono il 07
luglio 1944 e concordarono che l’attacco su Filottrano si sarebbe svolto con
queste modalità:
·
l’attacco su Filottrano sarebbe stato eseguito
con una manovra che avrebbe esercitato lo sforzo maggiore da est sulla destra ,
in corrispondenza della direttrice Villanova – Filottrano ed appoggiare tale
sforzo con un attacco concomitante da sud;
·
l’azione sarebbe stata effettuata dall’intera
divisione “Nembo” articolata in due colonne e una riserva;
·
la colonna di destra, la più forte, costituita
dal 183° Reggimento di fanteria paracadutista col XV battaglione in I°
scaglione e il XVI battaglione in 2° scaglione avrebbero attaccato da est a
cavallo della rotabile Imbrecciata – Filiottrano;
·
la colonna di sinistra costituita dal XII
battaglione paracadutisti del 184° Reggimento fanteria avrebbe condotto
un’azione sussidiaria attaccando Filottrano da Sud a cavallo della rotabile
Imbrecciata – Filottrano;
·
riserva divisionale , costituita dal CLXXXIV
battaglione guastatori e dal XIV battaglione paracadutisti del 184° reggimento
fanteria , avrebbe gravitato verso la destra dove si sarebbe svolto l’attacco
principale;
·
l’attacco sarebbe iniziato alle ore 07.00 del
giorno seguente , dopo un’ora di preparazione [xiii]d’artiglieria.
L’attacco
sarebbe stato appoggiato come segue:
·
il I gruppo da 75/27 e il gruppo da 100/22 del
184° reggimento artiglieria “Nembo” avrebbe appoggiato la colonna di destra;
·
il IV gruppo da 75/18 dell’11° reggimento
artiglieria avrebbe appoggiato la colonna di sinistra;
·
il I gruppo da 105/28 , il II da 100/22 e III
gruppo da 75/18 dell’ 11 reggimento artiglieria, schierati rispettivamente sul
costone S.Antonio del Forone, nella zona di C.Staffolani e in quella di
C.Antonini, e il CLXVI gruppo da 149/19 avrebbero costituito “artiglieria massa
di manovra”, assumendo come direttrice di tiro “quella determinata dall’ambito
di Filottrano”.
·
l’artiglieria polacca avrebbe dato il suo
appoggio all’azione ed era previsto il concorso di carri armati pesanti della
5^ [xiv]divisione.
Il Comandante
del C.I.L. inoltre per evitare che la sinistra della Divisione “Nembo” restasse scoperta , dispose che la 1^
brigata facesse ancora uno sforzo “per passare con la sua testa di colonna il
torrente Monocchia e spingersi il più
avanti possibile direzione Appignano – Molino Campo di Bove” per assicurare il
fianco sinistro della divisione “Nembo” ad ovest della rotabile Macerata –
Filottrano – [xv]Iesi.
[i] Vedi Conti G. “ Il primo
Raggruppamento Motorizzato “SME Ufficio Storico 1984 p.182.
[ii] Vedi Conti G. “ Il primo Raggruppamento Motorizzato”
SME Ufficio Storico 1984 pp.182-183.
[iii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 183.
[iv] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 183.
[v] Vedi Conti G “ Il
primo Raggruppamento Motorizzato” SME Ufficio Storico 1984 p.184.
[vi] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 184.
[vii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 184.
[viii] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 185.
[ix] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 186.
[x] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 186.
[xi] Vedi Conti G. “Il primo Raggruppamento Motorizzato” SME
Ufficio Storico 1984 p. 187.
[xiii] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME
Ufficio Storico 1950 p.107.
[xiv] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME
Ufficio Storico 1950 pp.107 -108
[xv] Vedi Crapanzano S. E. “Il Corpo Italiano di Liberazione” SME
Ufficio Storico 1950 p.108
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