Dottrina e lineamenti di impiego. Germania 1914
Nota*
Ritratto di Friedrich von Bernhardi (1849-1930)
In Germania si crearono nel primo anteguerra due
filoni di pensiero per il tipo di guerra decisamente offensiva: il primo
faceva capo al generale von Bernhardi, minoritario, il secondo al gen.
Schlieffen, capo di Stato Maggiore dal 1891 al 1906, che fu poi il filone che
si impose.
Vom Berngardi aveva in comune
con lo Schlieffen il concetto che la vittoria si sarebbe ottenuta con la guerra
di movimento, e quindi con l’offensiva, che doveva essere rapida ed energica.
Lo differenziava dallo Schlieffen il dato che riteneva che la manovra tipo “Canne”
non era sempre possibile attuarla. Riteneva che l’azione del difensore nel 1914
era più facile rispetto al passato, riteneva che il difensore stesso si
avvantaggiava della scelta del terreno, mentre l’attaccante trae vantaggi.[1]o
dalla iniziativa delle operazioni e dalla potenza morale che è insita nell’attacco
stesso. Per lui era necessario sorprendere l’avversario, di avere la
superiorità dei numeri, ma soprattutto di esaminare la situazione in base al
momento e non secondo uno schema prestabilito. Cardine del suo pensiero era che
l’offensiva non doveva essere considerata una forma definita a priori, ma
occorreva che si adattasse alla reale situazione, potendo assumere tanto la forma
di coinvolgimento e distruzione di una o di tutte e due ali quanto quella di attacco
centrale sfondante. Adattarsi alla
realtà, senza schemi preordinati, in sintesi il pensiero di questo generale
tedesco che espose le sue teorie in volumi molto noti a suo tempo in Germania.
massimo.coltrinari
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro,org
Nota
Questo post fa parte dei materiali di utilizzazione per il
Dizionario minimo della Grande Guerra
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(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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