Secondo la concezione relativa all'Armata (vds post precedente), il corpo d’armata, che era stato fino ad allora la grande
unità base degli eserciti europei, doveva conservare tutte le armi e gli organi
necessari per assicurare il combattimento e la vita dei suoi vari elementi
costitutivi entro determinati limiti di spazio e di tempo meno ampi di quelli
dell’armata della quale finiva per costituire una delle grandi pedine. Nel
1914 il corpo d’armata tipico era
costituito, quasi presso tutti gli eserciti
di due divisioni di fanteria e di un numero organico di vario di unità
suppletive, almeno un reggimento di artiglieria da campagna, unità di
cavalleria, del genio, sanitarie, dei servizi, telegrafisti, ciclisti, aerostieri
ecc.
Il
Regio esercito si era adeguato a queste concezioni ed adottò il tipo comune di
corpo d’armata solo per 5 di essi (VII,VIII,IX,X, e XII) dei corpi mobilitati,
mentre ne costituì 8 su tre divisioni (I, II, III, V, VI, XI, XIII, XIV) ed
uno, il IV, su quattro divisioni. Delle tre divisioni del VI e dell’X Corpo
d’Armata due erano di fanteria ed 1 di cavalleria, delle quattro del IV Corpo
d’Armata, tre erano di fanteria di linea ed una di bersaglieri, mentre le due
divisioni di cavalleria (3a e 4a) rimasero a disposizione del Comando Supremo
non inquadrate in nessun corpo d’armata.[1]
La
divisione di fanteria italiana, la cui formazione di pace e di guerra
coincidevano, era costituita su due brigate di due reggimenti ciascuna. Ogni
reggimento su tre battaglioni ciascuno su quattro compagnie ed una sezione
mitragliatrici. All’atto della mobilitazione ad ogni divisione di fanteria fu
assegnata una compagnia zappatori del genio. Questa costituzione era pressoché
uguale a quella francese e simile nella articolazione a quella austro-ungarica,
mentre era alquanto diversa da quella tedesca.[2]
La divisione francese e tedesca avevano in organico, in misura diversa, unità
di cavalleria che mancavano
nell’ordinamento nell’ordinamento della divisione italiana. L’ordinamento
tattico dell’Esercito italiano non prevedeva l’assegnazione organica di unità
di cavalleria né ai corpi d’armata né alle divisioni ; i Capi di Stato
Maggiore dell’Esercito che si erano
succediti erano stati propensi all’assegnazione a ragion veduta piuttosto che a
quella organica sia per motivi di economia che di impiego, ma all’atto pratico
i 14 reggimenti non inquadrati nelle quattro divisioni di cavalleria finirono
per essere assegnati nella misura di uno per corpo d’armata.
La
divisione di cavalleria italiana era costituita da due brigate, ciascuna su due
reggimenti di cavalleria su cinque squadroni e di un gruppo di artiglieria a
cavallo su due batterie di quattro pezzi. La divisione francese era su tre
brigate[3] così come quella tedesca[4],
mentre quella austro-ungarica era su 2 reggimenti di sei squadroni ed un gruppo
ciclisti; una divisione di artiglieria a cavallo, su tre batterie su sei
pezzi. La più potente, manovriera ed
autosufficiente era senza dubbio quella tedesca , nel cui ambito l’impiego
congiunto di cavalleria e cacciatori garantiva varietà di procedimenti maggiore
di quella delle altre divisioni, il cui ordinamento era inteso al prevalente
impiego del combattimento a cavallo.
L’ordinamento
tattico italiano comprendeva, inoltre i Corpi dei bersaglieri e degli alpini o
truppe da montagna. Bersaglieri ed alpini costituivano unità di particolare
capacità operativa. I bersaglieri contavano su 12 reggimenti con 46 battaglioni
a piedi e 12 ciclisti. Quattro reggimenti, riuniti in due brigate (6° e 9°, 11°
e 12°) costituivano la Divisione bersaglieri, otto vennero assegnati ai corpi
d’armata come truppe suppletive. Gli alpini contavano su otto reggimenti,
riuniti in tre brigate, tre reggimenti di artiglieria da montagna, con 52
battaglioni e 14 gruppi, vennero distribuiti a vari corpi d’armata ed in parte
costituirono un settore difensivo a sé stante, il settore Carnia, alle dirette
dipendenze del Comando Supremo.
Dall’esame
comparativo dei vari ordinamenti tattici, si rileva che quello italiano era
ispirato agli stessi criteri-guida degli altri, che le stesse differenze erano
dettate più da motivi pratici che non dottrinari e che per il resto tutto
dipendeva dalla minore disponibilità di personale e di mezzi conseguente dalle
diverse condizioni di risorse umane e finanziarie.
La
divisione di fanteria italiana era debole. Primariamente per la scelta di non assegnare
in modo organico una unità di cavalleria, sia pure modesta, come nell’esercito
francese, sarebbe stata quanto mai opportuna sia per garantire in proprio
l’esplorazione ed indirettamente la sicurezza sia per aumentare la possibilità
di manovra e completarne la fisionomia di grande unità pluriarma, come avevano
fatto tutti gli eserciti europei sull’esempio di quello tedesco dopo la
campagna del 1870-1871.
Non
vi è la controprova sul campo con divisioni di fanteria aventi in proprio unità di cavalleria, ma il
fatto che la divisione di fanteria italiana, debole di artiglieria, fosse
altresì priva di un elemento di cui disponevano le divisioni di tutti gli altri
eserciti, indipendentemente dai terreni di impiego, diminuiva ulteriormente la
capacità operativa della grande unità.
Dall’insufficienza
finanziaria e di quadrupedi dipendeva, invece, il valore nel modesto rapporto
tra la fanteria e le altre armi, ed in
particolare, la cavalleria. [5]
Le
formazioni di guerra delle brigate, dei reggimenti, dei battaglioni e delle compagnie
rimasero quelli fissati a suo tempo dal generale Ricotti.
[1] L’Austria-Ungheria aveva mobilitato nel
1914 i corpi d’armata in Galizia su tre divisioni e quelli sul fronte serbo su
due divisioni, oltre alle truppe suppletive.
[2] La divisione tedesca comprendeva due
brigate di 2 reggimenti su tre battaglioni
ciascuno su quattro compagnie ed una compagnia mitragliatrici; una brigata di
artiglieria campale, con 54 cannoni da 77 e 12 obici campali leggeri, un
reggimento di cavalleria ed una o due compagnie di sanità.
[3] Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro
squadroni ed un gruppo ciclisti; una brigata di artiglieria a cavallo, su due
batterie su quattro pezzi ed un gruppo ciclisti; un distaccamento telegrafisti.
[4] Ogni brigata su 2 reggimenti di quattro
squadroni; una gruppo di artiglieria a cavallo, su due batterie su sei pezzi;
uno o due o tre battaglioni cacciatori, su quattro compagnie, una compagnia
ciclisti; una compagnia mitraglieri su sei armi; un distaccamento pionieri ed
un distaccamento radiotelegrafisti.
[5] Esercito italiano: 158 reggimenti di
fanteria di linea e bersaglieri rispetto a 30
reggimenti di cavalleria;
Esercito francese: 173 reggimenti di
fanteria 31 battaglioni cacciatori a piedi
rispetto a 91 reggimenti di cavalleria;
Esercito tedesco: 217 reggimenti di
fanteria e 18 battaglioni cacciatori rispetto a
110 reggimenti di cavalleria;
Esercito austro-ungarico: 182 reggimenti di
fanteria rispetto a 91 reggimenti di
cavalleria;
massimo coltrinari
Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org.
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