(CONTINUAZIONE)
Artiglieria[1]
Era
l’Arma tecnica per antonomasia e espressione della tecnologia nazionale, in cui
era privilegiato l’aspetto dei materiali rispetto alla Fanteria ove l’elemento
uomo era predominante. Nelle sue varie specialità, soprattutto quelle più
potenti, furono concentrati gli sforzi maggiori, in quanto all’Artiglieria era
demandato il compito di distruggere le opere difensive nemiche, soprattutto i
reticolati, premessa fondamentale per l’azione vittoriosa della Fanteria.
Artiglieria da campagna
I
reggimenti di artiglieria da campagna nel maggio 1915 erano 49, di cui 36 con 8 batterie su 3 gruppi, 10 con 6 batterie
su 2 gruppi e 3 con 5 batterie su 2 gruppi. Vi era inoltre il Reggimento
artiglieria a cavallo con 4 gruppi di 2 batterie. In totale 371 batterie di cui 238 armate con materiale da 75/906,
125 con materiale da 93/911 e le 8 batterie del reggimento a cavallo con quello
a 75/912. La situazione alla fine del 1916 era la seguente: già esistenti 371,
di nuova costituzione 19. Dal totale, 390, occorre detrarre 8 batterie andate
perdute, 6 dislocate in Libia e 36 assegnate alla difesa aerea. L’Esercito,
pertanto, disponeva in linea di 349 batterie
con un complesso di 1360 bocche da fuoco. Da notare un dato inquietante:
essendo le divisioni in linea 48 che deriva che ogni divisione in media non
aveva che 28 pezzi, mentre nel maggio del 1915 con le 1484 bocche da fuoco
disponibili ognuna delle 38 divisioni in linea ne aveva in media 41[2].
Artiglieria da montagna
La
consistenza di questa specialità all’inizio della guerra era di 14 gruppi, con
50 batterie, assegnate ai tre reggimenti di artiglieria da montagna, più un
reggimento di artiglieria da campagna (36°). Al termine del 1916 le innovazioni
furono tali che la consistenza era di 25 comandi di gruppo, di cui 11 di nuova
costituzione e 82 batterie, di cui 25 di nuova costituzione.
Artiglieria someggiata
Nel
1915 comprendeva 18 batterie, con 2 in formazione per un totale di 20, con due
comandi di gruppo. Alla fine del 1916 l’artigleria sommeggiata comprendeva 24
comandi di gruppo e 76 batterie, delle quali 66 su tre sezioni e 10 su due.
Artiglieria Pesante Campale
Il
24 maggio 1915 consisteva in 112 pezzi, che equipaggiavano due reggimenti (1° e
2°) con 6 gruppi e 14 batterie ciascuno in totale 12 gruppi e 28 batterie. La
pianificazione per il 1016 prevedeva 10 comandi di gruppo e 28 batterie di
obici pesanti campali da 149°, 2 comandi di gruppo e 6 batterie di cannoni da
105, 6 comandi di gruppo e 16 batterie di cannoni da 102. Varie sono le
vicissitudini dello sviluppo di questo programma; ala fine del 1916
l’Artiglieria Pesante Campale comprendeva 16 comandi di gruppo e 30 batterie
con obici da 149A, 14 comandi di gruppo e 42 batterie, c6 comandi di gruppo e
10 batterie su cannoni da 105.
Artiglieria da fortezza
All’entrata
in guerra vi erano 10 reggimenti con 78 comandi di gruppo e 277 compagnie.
Nell’estate del 1915 vennero approntati
17 comandi di gruppo e 42 compagnie per inquadrare 50 batterie d’assedio in
corso di formazione. Alla fine del 1916 erano operativi 147 comandi di gruppo e
526 compagnie con un aumento di 69 gruppi e 249 compagnie
Artiglieria d’assedio
All’inizio
della guerra vi erano complessivamente 46 batterie, di cui 12 batterie cannoni
da 149A (48 pezzi) 7 batterie cannoni da 149G (28 pezzi) 2 batterie obici da
210 (8 pezzi) 7 batterie obici da 280 (14 pezzi) 6 batterie obici da 305 (12
pezzi) 12 batterie mortai da 210 (48 pezzi). Lo sforzo nel 1916 fu notevole in
quanto alla fine di quell’anno l’artiglieria d’assedio poteva contare su 556
batterie, delle quali 59 di grosso calibro, 403 di medio calibro e 94 di
piccolo.
Artiglieria contraerea
Praticamente
inesistente all’inizio della ostilità in quanto su tre sezioni per 4 pezzi da
75/911 C, sul finire del 1916 l’Esercito poteva disporre di 22 batterie
organiche, di 315 pezzi isolati, di 292 mitragliatrici contraeree, di 4 treni
blindati i funzione antiaerea.
Bombarde
L’Esercito
italiano alla dichiarazione di guerra non aveva disponibile la bombarda. Questa
arma si era resa necessaria in quanto la più adatta a distruggere l’ostacolo
passivo, in specie il reticolato, che subito si era dimostrato, come già detto,
uno dei fattori negativi più incidenti all’avanzata della fanteria. Sul finire
del 2016, ed entrato in vigore nel febbraio 1917, l’ordinamento per le bombarde
prevedeva 176 sezioni autonome da 58 B su tre armi , riuniti in 6
raggruppamenti; 60 batterie da 58 A su 12 armi, 50 batterie da 240 C su 8 armi,
50 batterie da 240 L su 8 armi, riunite in 40 gruppi e 10 raggruppamenti.
L’esperienza aveva dimostrato che l’impiego dei gruppi con batterie di calibri
diversi dava il massimo rendimento.
Sezioni aerostatiche d’artiglieria
Il
Gruppo specialisti d’artiglieria aveva mobilita 4 sezioni autocampali; visto il
buon rendimento delle sezioni il Ministero della Guerra ordinò la formazione di
altre 4 sezioni autocampali. Sul finire del 1016 vi erano 8 sezioni campali
nemerate da 1 ad 8.
Sezioni fonotelemetriche
Al
momento dell’entrata in guerra non esistevano Sezioni fonotelemetriche; al
termine del 1916 erano state costituite 4 sezioni, di cui la 3a assegnata alla
2a Armata la 4a alla Zona Carnia mentre le prime due rimanevano assegnate alla
3a Armata.
Massimo Coltrinari
(direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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